La Stampa 1.12.16
Tra i pellegrini di Fontanelle che sogna di essere la Lourdes italiana
di Vittorio Messori
C’è,
nella Bassa bresciana, un luogo isolato in mezzo ai campi, sconosciuto
anche alla maggioranza dei lombardi eppure noto e venerato in Asia, in
Africa, in America Latina. Per venirvi a pregare, si organizzano
pellegrinaggi da quei luoghi remoti, dove si costruiscono persino
santuari alla Madonna che lì sarebbe apparsa e si fondano congregazioni
religiose in suo onore. Sembra che ora — dopo decine di anni durante i
quali quel luogo internazionale di culto cattolico ufficialmente non
esisteva per la Chiesa — le cose si stiano sbloccando e le autorità
ecclesiastiche si stiano aprendo alla fiducia. È una storia singolare
che merita di essere raccontata.
Venendo dal Garda e andando verso
sud-ovest, dopo un quindici chilometri si attraversa Montichiari, uno
dei Comuni italiani con il reddito più alto. Proseguendo lungo la
provinciale verso Asola, dopo quattro chilometri un piccolo cartello
turistico (quelli marroni con la scritta bianca) indica, rivolto a una
strada secondaria in mezzo ai campi: «Località Fontanelle». Qualche
centinaio di metri e si intravede una sorta di capannone in ferro e
vetro, seminascosto in un affossamento del terreno. Accanto, due piccole
costruzioni, un giardino con molte panche e poco d’altro. Colpiscono
subito, però, i grandi parcheggi: sembrano del tutto sproporzionati
rispetto all’isolamento del luogo ma, in realtà, sono sempre pieni, se
non strapieni, di pullman e di auto. Molte le targhe straniere. Sino a
un paio di mesi fa, il parcheggio non era mai vuoto neppure di notte, ma
ora si è stati costretti a chiudere il capannone dalla tarda serata
all’alba. E non a causa dei ladri (nulla di prezioso c’è da rubare qui)
bensì dei vandali. Entrando nella struttura, all’ingresso si trovano
rubinetti per bere e detergersi il volto coll’acqua che sarebbe stata
benedetta dalla Madonna. All’interno, una piccola chiesa, con una
minuscola piscina con acqua alta 20 centimetri, dove uomini e donne
percorrono un cerchio parecchie volte, pregando. Contro la parete, una
grande quantità di ex voto che parlano di una grazia ricevuta.
Tutto
qui, per ora. Ma se ciò che è avvenuto in questo luogo ha davvero una
origine soprannaturale, qui sorgerà una grande basilica con cinque
cupole e queste sconosciute Fontanelle diverranno, per fama e
frequentazione, la Lourdes italiana. Parola della Madonna stessa. Già
ora è impressionante la diffusione che — discretamente e silenziosamente
— ha avuto e ha nel mondo intero il culto di «Maria rosa mistica e
madre della Chiesa» che proprio qui ha avuto inizio e ha il suo centro.
Tutto
comincia nel 1946, con una prima serie di apparizioni, nel duomo di
Montichiari, a Pierina Gilli (1911–1991), figlia di contadini del luogo,
di poca istruzione a causa della miseria e divenuta inserviente
dell’ospedale. La Madonna pronuncia tre parole programmatiche che, negli
anni, saranno seguite da tante altre: «Preghiera. Sacrificio.
Penitenza». È accompagnata da santa Maria Crocifissa di Rosa, vissuta
nella prima metà dell’Ottocento, fondatrice delle suore Ancelle della
carità, che sarà presente sia prima che durante alcune delle molte
apparizioni che seguiranno. Dal 1966, per desiderio esplicito della
Madonna, le apparizioni non avverranno più in una chiesa ma in piena
campagna, sempre nel comune di Montichiari, nella località attuale,
detta «Fontanelle» da alcune sorgenti che vi sgorgano. Gli incontri tra
Pierina e Maria dureranno sino agli anni Ottanta, richiamando sempre più
persone, prima del luogo, poi di altre zone italiane, poi di Paesi
europei e infine di ogni continente. Un’espansione del culto che ha
dell’inspiegabile: spontanea, senza alcuna propaganda, eppure
inarrestabile e in continua ascesa. Come sempre, e come suo dovere, la
diocesi del luogo, in questo caso Brescia, nel 1946 si astenne da un
giudizio sui fatti e costituì una Commissione di inchiesta. Questa
compì, per due anni, un lavoro discontinuo e, pare, poco oggettivo a
causa di membri che, senza approfondire, pensarono a una visionaria.
Alla fine, comunque, non si decise per un definitivo «Consta la non
soprannaturalità dei fatti» bensì un sospensivo «Non consta (allo stato
attuale) la soprannaturalità». Tuttavia, l’indagine fu svolta sulla
prima fase delle apparizioni, quelle a Montichiari, ma non si indagò mai
sulla seconda fase, a Fontanelle. Sta di fatto che un gruppo di laici,
convinti che Pierina dicesse la verità e che fosse grave ignorare
messaggi dal Cielo, in questi decenni si è adoperato per il caso, con
tenacia ma anche con grande rispetto e indiscussa ortodossia. Di fronte
all’afflusso crescente da tutto il mondo, il vescovo Giulio Sanguineti,
presule di Brescia dal 1998 al 2007, non formò nuove commissioni ma
autorizzò alle Fontanelle il culto a Maria rosa mistica, purché non si
facesse riferimento alle apparizioni. L’attuale vescovo, monsignor
Luciano Monari, non ha solo confermato il suo predecessore ma ha
istituito una Fondazione dove convivono sacerdoti della Curia bresciana e
devoti laici.
Le cose, sembra proprio, andranno oltre, anche
perché le edizioni Ares hanno pubblicato, in un volume di 700 pagine, i
diari inediti di Pierina Gilli, curati da Riccardo Caniato, giornalista e
scrittore nonché studioso attento del caso. Quei diari confermano la
salute mentale e la vita da vera cattolica condotta dalla veggente e
sono stati esaminati con interesse dallo stesso cardinal Gerhard Müller,
prefetto della Dottrina della fede.
Si va verso il riconoscimento
ufficiale della Chiesa? Una folla crescente e cosmopolita lo desidera.
Intanto, alle Fontanelle, la devozione continua con fervore
sorprendente, sperando di poter passare, un giorno, da un capannone al
grande santuario voluto dalla Vergine stessa.