La Stampa 13,12.16
Ritorno al Mattarellum
C’è un partito trasversale contro il proporzionale
Aperture anche dai centristi. Il prodiano Parisi: il Pd si batta per tornare alla legge maggioritaria
di Amedeo La Mattina
Tra
i tanti tornanti che Renzi dovrà affrontare ce n’è uno che potrebbe
riportarci al sistema proporzionale. Non è ancora chiaro cosa intenda
fare per frenare questa tendenza cavalcata da Berlusconi e da Grillo con
obiettivi opposti. Una tentazione forte che non lascia indifferente una
parte del Pd e viene esaltata dal nuovo ministro degli Esteri Alfano. È
l’effetto della vittoria del No. Renzi, sconfitto nelle urne
referendarie, si piegherà a quello che è stato definito l’«inciucio
proporzionalista»? Il suo interlocutore sarà Berlusconi?
I
renziani sostengono che ciò non avverrà: fanno girare la voce che presto
ci sarà una proposta per tirare fuori dal congelatore il Mattarellum
che prevede i collegi uninominali e una quota (25%) di proporzionale.
Una quota che potrebbe essere allargata per convincere il Cavaliere a
dire di sì. Il leader di Fi potrà eleggere i suoi parlamentari, pur
dovendo fare degli accordi con Salvini e Meloni nei collegi. Salverebbe
l’alleanza di centrodestra, per poi fare le larghe intese con il Pd. Ma
il vento del proporzionale soffia forte nelle vele della politica
italiana.
Lo stesso Renzi, in un colloquio pubblicato ieri da
«Quotidiano nazionale», ha mostrato tutto il suo scoramento. «Temo che
la gente non lo abbia capito, ma con la vittoria dei No si è concluso un
ciclo. Non avremo più uno che governa, ma tutti che inciuciano. I
cittadini perderanno il potere di scegliersi i governi, le decisioni
politiche più importanti verranno prese da pochi nel buio del Palazzo.
Insomma, è tornata la Prima repubblica». Conclusione desolante dell’ex
premier: «Alle prossime elezioni, presumibilmente a giugno, si voterà
con il proporzionale e con il Consultellum».
Renzi rimarrà a
guardare o reagirà alla tempesta proporzionalista? Arturo Parisi, da
sempre in difesa del maggioritario, invita il segretario del Pd a
ingaggiare battaglia. «Il proporzionale è stato introdotto con il voto
del referendum. Sono state riportate indietro le lancette dell’orologio.
La logica della frammentazione è stata rappresentata sui giornali anche
nel totonomi in questi giorni: i ministri venivano indicati per aree di
appartenenza, espressione di porzioni del Pd. Lo stesso Pd è
attraversato da due idee opposte di democrazia. Mi auguro che Renzi -
dice l’ex ministro di Prodi alla Difesa, che è stato l’inventore
dell’Ulivo e delle primarie - si voglia battere. Lui è figlio del
maggioritario e di un’idea della democrazia in cui più della
rappresentanza conta il governo, la capacità di decidere e affrontare i
problemi. Mi auguro che nel Pd, al congresso, si apra un dibattito
forte. Certo, siamo ammaccati dalla vittoria del No, ma non dobbiamo mai
arrenderci».
Nel Pd c’è un certo movimento a favore del
Mattarellum. Ieri in Direzione Sergio Lo Giudice, esponente della
minoranza, ha detto che bisogna partire da questo modello. La deputata
Sandra Zampa, stretta collaboratrice di Prodi, ha sottoscritto una
proposta di legge (primo firmatario Michele Nicoletti) che ripropone il
ritorno Mattarellum. Domenica sull’«Unità» Veltroni è intervenuto per
dire che un proporzionale con sbarramenti inesistenti al 2% e senza
premio di maggioranza riprodurrebbero «coalizioni elefantiache pronte a
cadere per una bizza o un posto di sottosegretario». Per Veltroni il Pd
rischia di essere condannato a coalizione con Fi e di provocare una
scissione. Si tornerebbe a un partito di centro e uno di sinistra.
«Benvenuti nel passato, benvenuti nel caso». Meglio ripartire dal
Mattarellum, dai collegi, da uno sbarramento significativo e un limitato
premio di maggioranza.