martedì 13 dicembre 2016

La Stampa 13,12.16
Ritorno al Mattarellum
C’è un partito trasversale contro il proporzionale
Aperture anche dai centristi. Il prodiano Parisi: il Pd si batta per tornare alla legge maggioritaria
di Amedeo La Mattina

Tra i tanti tornanti che Renzi dovrà affrontare ce n’è uno che potrebbe riportarci al sistema proporzionale. Non è ancora chiaro cosa intenda fare per frenare questa tendenza cavalcata da Berlusconi e da Grillo con obiettivi opposti. Una tentazione forte che non lascia indifferente una parte del Pd e viene esaltata dal nuovo ministro degli Esteri Alfano. È l’effetto della vittoria del No. Renzi, sconfitto nelle urne referendarie, si piegherà a quello che è stato definito l’«inciucio proporzionalista»? Il suo interlocutore sarà Berlusconi?
I renziani sostengono che ciò non avverrà: fanno girare la voce che presto ci sarà una proposta per tirare fuori dal congelatore il Mattarellum che prevede i collegi uninominali e una quota (25%) di proporzionale. Una quota che potrebbe essere allargata per convincere il Cavaliere a dire di sì. Il leader di Fi potrà eleggere i suoi parlamentari, pur dovendo fare degli accordi con Salvini e Meloni nei collegi. Salverebbe l’alleanza di centrodestra, per poi fare le larghe intese con il Pd. Ma il vento del proporzionale soffia forte nelle vele della politica italiana.
Lo stesso Renzi, in un colloquio pubblicato ieri da «Quotidiano nazionale», ha mostrato tutto il suo scoramento. «Temo che la gente non lo abbia capito, ma con la vittoria dei No si è concluso un ciclo. Non avremo più uno che governa, ma tutti che inciuciano. I cittadini perderanno il potere di scegliersi i governi, le decisioni politiche più importanti verranno prese da pochi nel buio del Palazzo. Insomma, è tornata la Prima repubblica». Conclusione desolante dell’ex premier: «Alle prossime elezioni, presumibilmente a giugno, si voterà con il proporzionale e con il Consultellum».
Renzi rimarrà a guardare o reagirà alla tempesta proporzionalista? Arturo Parisi, da sempre in difesa del maggioritario, invita il segretario del Pd a ingaggiare battaglia. «Il proporzionale è stato introdotto con il voto del referendum. Sono state riportate indietro le lancette dell’orologio. La logica della frammentazione è stata rappresentata sui giornali anche nel totonomi in questi giorni: i ministri venivano indicati per aree di appartenenza, espressione di porzioni del Pd. Lo stesso Pd è attraversato da due idee opposte di democrazia. Mi auguro che Renzi - dice l’ex ministro di Prodi alla Difesa, che è stato l’inventore dell’Ulivo e delle primarie - si voglia battere. Lui è figlio del maggioritario e di un’idea della democrazia in cui più della rappresentanza conta il governo, la capacità di decidere e affrontare i problemi. Mi auguro che nel Pd, al congresso, si apra un dibattito forte. Certo, siamo ammaccati dalla vittoria del No, ma non dobbiamo mai arrenderci».
Nel Pd c’è un certo movimento a favore del Mattarellum. Ieri in Direzione Sergio Lo Giudice, esponente della minoranza, ha detto che bisogna partire da questo modello. La deputata Sandra Zampa, stretta collaboratrice di Prodi, ha sottoscritto una proposta di legge (primo firmatario Michele Nicoletti) che ripropone il ritorno Mattarellum. Domenica sull’«Unità» Veltroni è intervenuto per dire che un proporzionale con sbarramenti inesistenti al 2% e senza premio di maggioranza riprodurrebbero «coalizioni elefantiache pronte a cadere per una bizza o un posto di sottosegretario». Per Veltroni il Pd rischia di essere condannato a coalizione con Fi e di provocare una scissione. Si tornerebbe a un partito di centro e uno di sinistra. «Benvenuti nel passato, benvenuti nel caso». Meglio ripartire dal Mattarellum, dai collegi, da uno sbarramento significativo e un limitato premio di maggioranza.