Corriere 13.12.16
La resistenza del giglio magico
di Pierluigi Battista
Chissà
se Paolo Gentiloni, il neopresidente del Consiglio, ha poca
dimestichezza con la parlata toscana. Potrà rimediare in questi mesi,
perché a Palazzo Chigi avrà una frequentazione molto assidua con
l’accento che è lo stesso del suo predecessore Matteo Renzi.
Il
giglio magico non si è sciolto, si è solo trasformato. Maria Elena
Boschi non lascia la politica, come incautamente a un certo punto si è
messa a dire, dopo la disfatta del referendum sulla riforma
costituzionale che si era intestata: si trasferisce invece vicino vicino
al capo del governo, con un ruolo di sottosegretario alla Presidenza
del Consiglio, molto prossima ai gangli del potere dove si decidono
posti, poltrone, incarichi, prebende.
Si dice che nelle prossime
ore il neopresidente Gentiloni confermerà Antonella Manzione, già capo
dei vigili urbani di Firenze con l’allora sindaco Renzi e poi passata a
dirigere il dipartimento Affari giuridici e legislativi presso la
presidenza del Consiglio, e quindi con il giglio magico siamo a due.
Poi
c’è Luca Lotti, che con il governo precedente era il regista delle
nomine e delle manovre, e che adesso con il premier Gentiloni ha un
dicastero non proprio di primissima fila, come quello dello Sport, ma
che comunque resta nel cuore del governo. Come voleva il predecessore,
Matteo Renzi. Che forse non si fida di Gentiloni. O forse di fronte al
dilemma «fate pure senza di me, io mi tengo fuori» e «non esageriamo con
la discontinuità, preferisco ancora essere della partita», sembra aver
scelto decisamente la seconda opzione.
Come farà ora a dire
davanti al corpo elettorale che lui non c’entra con il nuovo governo
nato dalla sconfitta del 4 dicembre e che quindi può presentarsi come
l’uomo del rinnovamento interrotto se poi tutti i suoi fedelissimi
rimangono nelle stanze di Palazzo Chigi?
Che se poi viene
confermato, come si dice, anche il fedele portavoce Filippo Sensi, che
pure non è gigliato ma è come se lo fosse, allora la continuità è
garantita al cento per cento. E Paolo Gentiloni dovrà passeggiare tra le
presenze del governo che lo ha preceduto. E tutti quelli del giglio
magico devono controllare che nessuno tradisca, non si sa mai: per
questo era meglio non sacrificarne nessuno, perché statisticamente il
«tradimento» politico è più difficile nei mesi (lunghi mesi?) che ci
separano dalle nuove elezioni. Quando il ricordo del governo Renzi si
sbiadirà, ma non quell’accento inconfondibile al governo. Giglio
continuo.