La Stampa 11.12.16
Milano, una cattedrale gotica per la Rivoluzione bolscevica
Si
inaugura martedì la nuova sede della Fondazione Feltrinelli: nel
centenario dell’Ottobre, uno straordinario archivio di 120 mila
documenti sarà digitalizzato e messo a disposizione del pubblico e dei
ricercatori
di Anna Zafesova
La Russia è parte
dell’Europa, o un mondo a parte? Una domanda che ha tormentato gli
ultimi tre secoli di storia, e che continua a rimanere il perno della
storia e dell’attualità dei rapporti tra Est e Ovest del continente. Nel
centenario della Rivoluzione d’Ottobre, il progetto «Oltre il confine»
della Fondazione Feltrinelli si propone di tornare alle origini della
grande frattura tra Russia e Europa, per provare a ripartire da un 2017
in cui tanti equilibri si spostano e si rompono.
Non è
un’iniziativa commemorativa, spiega il responsabile del progetto
Giovanni Sanicola: «La rivoluzione bolscevica è interessante in quanto
ha impattato la narrazione collettiva, cercheremo di capirne l’eredità
nel contesto del rapporto tra Russia e Europa». Con l’ausilio di fondi e
archivi unici in Italia e in Europa, già trasferiti nella nuova sede
della Fondazione Feltrinelli a Milano che verrà inaugurata martedì: 120
mila documenti che nell’ambito della ricerca verranno digitalizzati e
messi a disposizione del pubblico e dei ricercatori, libri, riviste,
giornali, saggi, che rappresentano e indagano la storia delle
rivoluzioni russe, dei vari movimenti di emancipazione di contadini e
operai, di pensatori di fine ’800-inizio ’900. E al centro un gioiello
tutto da scoprire: gli oltre 4 mila manifesti dell’epoca sovietica,
molti veri capolavori di grafica, tutti capolavori della propaganda, che
insieme alle 10 mila cartoline del periodo zarista e comunista sono una
testimonianza di grande impatto del Secolo breve.
Si tratta di
un’esperienza nuova anche per la Fondazione Feltrinelli, spiega il suo
responsabile editoriale, David Bidussa: «Ci siamo occupati di storia, di
economia, di ricerche sociali, non abbiamo mai affrontato i problemi
del linguaggio e della sua costruzione». Con l’arrivo dell’archivio dei
manifesti e delle cartoline, parte della leggendaria collezione di
Alberto Sandretti, si cominciano a esplorare nuove discipline, anche per
raggiungere un pubblico non solo di addetti ai lavori, con la grande
mostra di grafica che si terrà nella Fondazione a ottobre-novembre 2017.
Ma «Oltre il confine» non vuole essere solo un progetto di studio degli
archivi, per quanto ricchi possano essere: è una ricerca che per i
prossimi due anni si articolerà tra il mondo «fisico» - con conferenze e
incontri - e virtuale, con piattaforme di dibattito aperte anche al
largo pubblico, presenza sui social network, creazione di kit didattici,
ebook e materiali messi in rete sul sito www.legranditrasformazioni.it,
il progetto lanciato dalla Fondazione con l’anniversario della Prima
guerra mondiale.
I partner italiani e russi dell’iniziativa sono
prestigiosi ed eterogenei, «abbiamo messo insieme persone e entità che
di solito non si parlano e non si vogliono parlare», dice Bidussa.
Perché i confini da superare sono più di uno: quello che la Russia ha
cercato più volte di costruire per isolarsi dall’Europa, pur
determinando da sempre la propria identità in un confronto con il
continente di cui si sente parte, cercando un dialogo declinato a volte
in forme conflittuali, a volte subalterne, ma anche il confine con cui
l’Europa ha cercato di «contenere» la Russia. Il progetto di ricerca non
vuole avere una ricaduta politica, ma è inevitabile fare i paralleli
tra passato e presente, quando «finito il mito e l’antimito, rotti gli
equilibri, stanno emergendo identità locali nuove e conflittuali».
Fragili e quindi aggressive. La trasformazione delle identità nazionali è
infatti una delle tre direzioni della ricerca, insieme all’economia e
alla partecipazione politica, per dare una definizione all’idea
dell’Europa.