domenica 11 dicembre 2016

Il Sole 11.12.16
Legge elettorale. Vi puntano molti nel Pd, Fi e Ncd
L’opzione prevalente è il proporzionale ma trattativa in salita
di Barbara Fiammeri

A decidere i tempi della legislatura sarà la legge elettorale. Fino a quando Camera e Senato non avranno un sistema «omogeneo», il Capo dello Stato non scioglierà le Camere. Sergio Mattarella lo ha chiaramente lasciato intedere fin dall’inizio di questa crisi, definendo «inconcepibile indire elezioni prima che le leggi elettorali di Camera e Senato vengano rese tra loro omogenee». Un concetto che il presidente della Repubblica ha ribadito anche ieri, al termine dele consultazioni, quando ha definito «condizione indispensabile» per votare l’«armonizzazione» dei sistemi elettorali dei due rami del Parlamento.
Questa «armonizzazione» al momento si traduce nel ritorno al proporzionale. Che sia identico o assai vicino a quello della prima Repubblica lo si vedrà nei prossimi mesi. Silvio Berlusconi è stato il più esplicito, quando - parlando ai giornalisti al termine del colloquio al Colle - ha detto che l’obiettivo è «la corrispondenza tra la maggioranza parlamentare e la maggioranza popolare». E il sistema che più si avvicina a questo traguardo è appunto il proporzionale. Una scelta quella del Cavaliere in nome della convenienza politica. Berlusconi in questo momento è azzoppato dall’incandidabilità e con Fi che naviga tra l’11 e il 13% al pari della Lega. Significa che se anche il centrodestra coalizzato dovesse riuscire a battere il Pd e il M5s, la posizione di Berlusconi sarebbe comunque di debolezza rispetto agli alleati non potendo candidarsi per la premiership e non avendo (il caso Parisi è solo l’ultimo di una serie di tentativi andati male) un esponente azzurro su cui puntare. Un sistema proporzionale renderebbe ad esempio del tutto inutili le primarie poiché la maggioranza - come avveniva appunto ai tempi della prima Repubblica - si formerà solo dopo il voto e il premier, di conseguenza, sarà il prodotto di quell’intesa. Berlusconi insomma vuole tenersi le mani libere e non rimanere intrappolato nel progetto lepenista di Salvini e Meloni. Il Cavaliere punta a una legge elettorale che gli offra più sponde, anche quella delle larghe intese.
All’opposto, ma sempre per ragioni di convenienza, Beppe Grillo è diventato un tifoso dell’Italicum che fino a poco tempo fa bollava come una legge peggiore di quella dei tempi del fascismo. Il M5s non ha infatti alleati e per governare ha bisogno di un sistema elettorale che gli assicuri la maggioranza assoluta grazie a un premio. L’Italicum appunto o un suo clone. Obiettivo irragiungibile. Tant’è che ieri uscendo dal Quirinale la posizione del M5s è stata quella di andare a votare con la legge che uscirà dalla sentenza della Corte costituzionale il 24 gennaio.
Un appuntamento, quello con la Consulta, al quale Angelino Alfano vorrebbe arrivare con una proposta parlamentare già in corso. «Iniziamo subito lo studio su una nuova legge elettorale senza attendere l’esito della pronuncia della Corte», ha detto ieri, al termine delle consultazioni, il leader di Ncd e ministro dell’Interno. Alfano teme probabilmente di rimanere ai margini del confronto che si aprirà a breve.
Molto, moltissimo dipenderà però dal Pd. Per Matteo Renzi i numeri della sconfitta subita il 4 dicembre hanno travolto non solo la riforma costituzionale ma anche l’idea, da sempre portata avanti dal premier uscente, di un sistema elettorale che garantisse di conoscere il giorno dello scrutinio chi fosse il vincitore delle elezioni e il futuro premier. Ma anche nel Pd è in forte crescita il partito per il ritorno al proporzionale. Certo c’è proproporzionale e proporzionale. A prevalere però sarà sempre la convenienza. I partiti maggiori potrebbero ad esempio accordarsi su soglie di sbarramento più alte rispetto all’attuale 3% previsto dall’Italicum, oppure prevedere circoscrizioni elettorali molto piccole. Ma siamo solo all’inizio. Nonostante tutte le forze politiche a parole sostengano di voler tornare «rapidamente» alle urne, trovare l’intesa non sarà affatto semplice.