il manifesto 9.12.16
Ricorso a Strasburgo contro l’accordo Ue-Turchia
Migranti, presentato da un magistrato spagnolo. #stopthedeal: una petizione per l’abolizione dell’intesa con Ankara
di Carlo Lania
ROMA
Shabbir Iqbal è un ingegnere di 40 anni. Fino a dicembre di un anno fa
viveva nel suo villaggio in Pakistan dove aveva una rimessa di auto a
noleggio. Un giorno un gruppo di estremisti islamici attaccò il suo
vicino di casa, un cristiano. Iqbal avrebbe potuto far finta di niente,
voltare la testa da un’altra parte come fanno in molti. Invece decise di
intervenire difendendo quell’uomo. E compromettendo così la sua vita e
quella dalla sua famiglia: di suo padre, sua moglie e dei suoi figli di 3
e 5 anni. L’unico modo per non essere ucciso era nascondere moglie e
figli e fuggire con il padre verso l’Europa.
Oggi Iqbal si trova
in Grecia (il padre è morto durante il viaggio) ma in base all’accordo
siglato a marzo scorso dall’Unione europea con la Turchia rischia di
essere rimandato in Turchia e da lì rimpatriato in Pakistan dove quasi
certamente verrebbe ucciso. Per evitare questo, il 29 novembre è stato
presentato da Carlos Jiménez Villarejo, ex pubblico ministero
anticorruzione spagnolo, un ricorso alla Corte di Giustizia europea in
cui si chiede di verificare la legalità dell’accordo siglato il 18 marzo
scorso e di annullare le disposizioni che prevedono il trasferimento in
Turchia di tutti quei migranti considerati irregolari e arrivati sulle
isole dell’Egeo dopo il 20 marzo scorso. Un parere positivo da parte
della Corte di Strasburgo non significherebbe solo la salvezza per Iqbal
ma renderebbe nullo lo stesso accordo, evitando così che i quasi
ventimila profughi che oggi si trovano sulle isole greche vengano
rimandati in Turchia.
Per sostenere questa causa un nutrito alcuni
intellettuali europei e non solo ha scritto nei giorni scorsi una
lettera aperta alle principali istituzioni europee (dal presidente,
ormai dimissionario, del parlamento Ue Martin Schulz a quelli del
Consiglio e della Commissione Ue, Tusk e Juncker, alla rappresentante
della politica estera Federica Mogherini – chiedendo di mettere subito
fine alla contestata intesa con Ankara. «L’accordo – chiedono, tra gli
altri, Noam Chomski, l’ex ministro greco dell’economia Yanis Varoufakis,
il musicista Brian Eno, l’europarlamentare Barbara Spinelli – serve
allo scopo dichiarato di ‘fermare la migrazione irregolare dalla Turchia
alla Grecia’, oppure è un meccanismo surrettizio e perverso per
permettere agli Stati membri dell’Ue di negare le proprie responsabilità
verso i richiedenti asilo e i rifugiati che raggiungono le nostre
coste?».
Nel ricorso presentato ai giudici di Strasburgo si
ricorda anche come l’accordo Ue-Turchia contraddica quanto previsto
dalla carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, «violando
apertamente diritti fondamentali come quello alla vita, alla dignità e
alla libera circolazione» delle persone.
Diem25, il movimento
politico lanciato da Varoufakis, ha lanciato la petizione #stopthedeal
che si propone di raccogliere 50 mila firme a sostegno della richiesta
di abrogare l’accordo con la Turchia
(https://diem25.org/stopthedeal-it).