il manifesto 8.12.16
Paolo Berdini scomodo soprattutto a Grillo
Ma l’assessore rimane al suo posto
ROMA
A volere Paolo Berdini fuori dalla luminosa via verso lo Stadio della
Roma, necessaria al Movimento 5 Stelle anche per aprire alleanze
politiche e rapporti finanziari vitali in tempi di elezioni nazionali,
sarebbe addirittura lo stesso Beppe Grillo. L’ordine di spingere alle
dimissioni l’assessore all’urbanistica di Roma sarebbe stato impartito
dall’alto alla sindaca Virginia Raggi, stando ai rumors di fonti
qualificate di Palazzo Senatorio.
Un diktat talmente pesante che
già qualcuno ieri dava per certo il rimpasto di giunta e avviata la
ricerca del sostituto. Ma fare fuori Paolo Berdini, forse l’urbanista
italiano più esperto del sacco edilizio di Roma, non è cosa semplice. E
forse neppure troppo popolare, anche se il tornaconto populista potrebbe
puntare, per rilanciare l’immagine di una giunta immobile da cinque
mesi, sulla costruzione dello Stadio della Roma. Al quale però
l’assessore Berdini non si oppone, anche se mantiene un secco no ai 650
mila metri cubi di cemento e acciaio dei tre grattacieli del business
park di James Pallotta.
Ieri il nome più gettonato – e quindi già
bruciato – era quello di Emanuele Montini, pentastellato esperto di
urbanistica, vicino al vicesindaco Daniele Frongia, ma inviso a una
parte del Movimento per il suo passato nella giunta Rutelli. Ma dopo
qualche ora, pur nel silenzio totale che continua ad avvolgere le stanze
della sindaca Virginia Raggi, si sono levate alcune voci di smentita.
«È tutto a posto», ha assicurato il presidente pentastellato
dell’Assemblea capitolina, Marcello De Vito. E il suo vice, Enrico
Stefano: «A quanto mi risulta Paolo Berdini fa parte della giunta e sta
continuando a lavorare». A margine della seduta, in Aula anche il
capogruppo dei consiglieri a 5S, Paolo Ferrara, giura: «Se stiamo
pensando a Emanuele Montini come successore di Berdini all’assessorato
all’Urbanistica? Non mi risulta, stiamo lavorando. Se stiamo pensando
già a un sostituto di Berdini? Assolutamente no».
Anche
l’associazione costruttori edili di Roma e Provincia, si è schierata
contro l’epurazione: «A noi serve un interlocutore stabile e competente e
Paolo Berdini lo è», ha sottolineato il presidente dell’Acer, Edoardo
Bianchi. «Come Acer – ha spiegato Bianchi – siamo preoccupati. Siamo pro
Berdini, sia perché se ogni quattro mesi cambiamo assessore
ricominciamo da zero, sia perché è un urbanista di navigata esperienza,
con una visione dei problemi a tutto tondo. Non è l’ultimo arrivato,
conosce e ha praticato questa materia. Lui aveva partecipato alla nostra
assemblea e ci aveva proposto che da lì a breve avremmo discusso di un
patto. Ora – conclude il presidente dell’Acer – ci chiediamo cosa
succederà».
Chi lo conosce bene, come Sandro Simoncini, docente di
urbanistica all’università la Sapienza di Roma e presidente di Sogeea
Spa, spiega che «la delega urbanistica a Berdini ha costituito un
importante segnale di discontinuità rispetto al passato» avendo «sempre
condotto battaglie contro la cementificazione, con un occhio
particolarmente attento alle periferie . Non ci si può certo sorprendere
che possa avere avanzato dubbi sulle cubature del nuovo stadio di Tor
di Valle o su quelle del progetto di dismissione dell’ex Fiera di Roma».