il manifesto 8.12.16
Referendum, il Comitato per il NO va avanti
Prossimo obiettivo, la legge elettorale
«La
Costituzione non è a disposizione dei governi per un uso di bassa lega.
È dovere del parlamento cambiare la legge elettorale senza aspettare la
decisione della Consulta: è l’ultima occasione per dimostrare di non
essere un regno dei morti. Se questo parlamento non si sente in grado di
fare la legge elettorale tanto meno doveva mettere mano ad una riforma
costituzionale», Alfiero Grandi traccia la strada, il No ha vinto ma il
Comitato non si ferma e insieme al Comitato contro l’Italicum propone
agli altri gruppi locali (oltre 700 nati in tutta Italia) di restare in
campo.
Tra le cose da fare subito, «la legge elettorale», spiega
il vicepresidente Grandi, «se Mattarella lo ritenesse utile, potrebbe
convocare tutti i comitati per il No, ma anche ascoltare la voce di
Anpi, Arci, Cgil, tutte voci utili a fornire una soluzione alla crisi».
«La Consulta non è la terza camera che approva le leggi», spetta al
parlamento pronunciarsi, aggiunge Grandi.
Il presidente del
Comitato Alessandro Pace, ieri durante la conferenza stampa alla camera,
è tornato sul tema del voto estero: «È una disciplina incostituzionale
perché non garantisce la segretezza del voto. Proponiamo una commissione
parlamentare di inchiesta che abbia come compito anche quello di una
revisione della materia».