il manifesto 6.12.16
Oltre il voto su Renzi, le prospettive del «No sociale»
Movimenti.
 Sindacati di base, movimenti No Tav e No Triv, studenti e associazioni 
della sinistra diffusa, partiti e reti di movimento si interrogano sulle
 prospettive del «No sociale» dopo la vittoria al referendum sulla 
riforma costituzionale
di Roberto Ciccarelli
Sindacati
 di base, movimenti No Tav e No Triv, studenti e associazioni della 
sinistra diffusa, partiti e reti di movimento. Il referendum è stato 
vinto anche dal fronte del «No sociale» di sinistra e irriducibile al 
fronte xenofobo, sovranista e di destra del No al referendum. Il «No 
sociale», diverso dai Cinque Stelle, ha manifestato due volte a Roma: 
con 40 mila persone il 22 ottobre, all’indomani dello sciopero generale 
dei sindacati di base (Usb e Adl Cobas in testa); con 50 mila il 27 
novembre. Ci sono stati i cortei studenteschi del 7 ottobre e 17 
novembre, quello a Firenze del 5 novembre.
Una mobilitazione 
capillare, raccontata su Il manifesto, assente  dal racconto della 
politica «ufficiale». Il «No sociale» ha intuito subito che la 
precarizzazione del Jobs Act, l’imposizione della riforma della scuola, 
le politiche predatorie dello Sblocca Italia avrebbero alimentato un 
rifiuto colossale delle politiche renziane. I primi dati sulla 
composizione sociale del voto lo confermano: tra chi, oltre ad essere 
giovane ma anche meno giovane, è anche disoccupato, le ragioni del No 
hanno fatto presa in maniera maggioritaria. Il voto sembra avere dato 
parola alla maggioranza di un quinto stato precario, a cominciare dai 
voucher, altra eredità devastante del governo.
A metà luglio in 
Valsusa, racconta il movimento No Tav in una nota, è stata organizzata 
una grande assemblea alla quale hanno partecipato tutti i movimenti: 
«oltre alla difesa della Costituzione, avevamo chiaro che la partita da 
giocare era anche un’altra quella che avrebbe permesso di mandare a casa
 questo governo». In Valsusa il «No» ha superato in molti comuni il 70%.
Lo
 sciopero generale dei sindacati di base un altro appuntamento decisivo:
 «Siamo stati protagonisti di una grande campagna politica – sostiene 
Usb – Rivendichiamo questo ruolo». Gli studenti della Rete della 
Conoscenza hanno cominciato la campagna volantinando sulle spiagge: «Il 
nostro No è stato ricostituente per una generazione disillusa dalla 
politica» sostengono. Che un quadro istituzionale variegato converga 
verso l’ipotesi, al momento ipotetica, di elezioni anticipate è il segno
 «di un tentativo di cattura di un qualcosa che minaccia anche loro» è 
l’analisi di InfoAut. Ora si pone il problema di proseguire un cammino, 
non semplice, in cui la crisi politica sarà rinchiusa nel perimetro di 
un esecutivo «tecnico». L’obiettivo, in prospettiva, è abolire tutte le 
riforme renziane. «È decisiva una grande alleanza politica, sociale e 
sindacale – sostengono i Cobas – nessuna organizzazione o settore 
sociale può seriamente pensare di modificare da sola la politica 
liberista in Italia». «Potremo continuare a far vivere questa 
convergenza oltre la finestra referendaria e gli usi di destra del 
voto?» domanda un editoriale su Global Project.
 
