il manifesto 5.12.16
Campania, non funziona il tandem con De Luca
La
regione doveva essere la Florida d'Italia, in grado di trainare il Sì
nel Mezzogiorno premiando la leadership del presidente del Consiglio
Il sindaco di Napoli De Magistris al seggio
di Adriana Pollice
NAPOLI
La Campania doveva essere la Florida d’Italia, la regione in grado di
trainare il Sì nel Mezzogiorno premiando la leadership del presidente
del Consiglio. Il Sud è l’area del paese con la più forte propensione
all’astensione e quindi un ampio bacino di voti a cui attingere per
Matteo Renzi, saltando la mediazione dei partiti. Il premier si era
presentato sei volte in Campania in poco più di un mese, addirittura a
Napoli aveva firmato il Patto per la città con l’arcinemico, il sindaco
Luigi de Magistris. Nelle mani del governatore Vincenzo De Luca ha messo
la sanità campana con un emendamento in legge di Stabilità che ha
trascinato Pd e governo nelle polemiche. Neppure l’elenco dei fondi
europei è bastato («ne ho dati più a Napoli che ha Firenze»), l’effetto
sfondamento di Renzi al Sud non c’è stato.
IN CAMPANIA l’affluenza
alle urne è del 58,59%: il record nel beneventano e avellinese sopra il
60%; nel casertano 58,7%, una zona tradizionalmente di destra, grande
bacino di voti per il Berlusconi dei tempi d’oro; Napoli e provincia
sono al 56,41% con il capoluogo al 53,85%; il salernitano al 62,14% con
il capoluogo al 66,89%. Il tandem Renzi-De Luca non ha funzionato. In
Campania (1.467 sezioni su 5.826) il Sì è al 30,3% e il No al 69,7%. A
Napoli, 663 sezioni su 884, il Sì è al 30,9%, il No al 69,1%. A Salerno i
primi dati sono uno choc per il Pd: 32 sezioni su 152, il Sì è sotto al
38,2%. Nel casertano il Sì arriva al 32,47% (83 sezioni scrutinate su
928). Nell’avellinese, terra di Ciriaco De Mita, il Sì è ancora sotto ma
perde meno: 107 sezioni su 502, arriva al 40,12%. Nel beneventano (43
su 343) 37,33 per il Sì e 62,67 per il No.
De Luca ha trascinato
la campagna referendaria in una lunga serie di polemiche, cominciate con
il convegno sul Mezzogiorno e la proposta “elettorale” di 200mila
assunzioni al Sud nella Pubblica amministrazione sconfessata dal governo
e dallo stesso Renzi.
dentro apertura -VINCENZO-DE
E POI LE
CRITICHE al codice degli appalti costate la reprimenda di Raffaele
Cantone, fino ai commenti su Rosy Bindi («indegna, da uccidere») e
l’arringa ai 300 sindaci con l’elogio del clientelismo. Le polemiche
sono poi proseguite lo scorso sabato con l’accensione dell’albero di
Natale a Salerno, madrina Manuele Arcuri a cui è stato pagato un cachet
di 9.150 euro per girare un interruttore. Assessore al Bilancio Roberto
De Luca, figlio minore del governatore. Per le luminarie la regione ha
stanziato 3mila euro, così le feste a Salerno costano, in proporzione,
quanto a New York. Il figlio maggiore di De Luca, Piero, si era invece
impegnato nella campagna referendaria come trampolino di lancio per il
prossimo parlamento, ma il padre coltiva anche il sogno per il figlio di
una poltrona nel governo. La famiglia De Luca da sola al comando non ha
pagato.
IL PRIMO AD ANNUNCIARE la vittoria è stato il 5 Stelle
partenopeo Roberto Fico: «Felice per la grande partecipazione. L’Italia
c’è!» ha commentato dando appuntamento via facebook «agli amici» di
Napoli a Port’alba. Gli attivisti di Massa Critica, sul fronte del No,
hanno seguito lo spoglio in piazza San Domenico. Via social arriva anche
il commento di de Magistris: «Grande vittoria della democrazia. Renzi,
lo stalker autoritario, è stato respinto. Lavoreremo e agiremo, con i
movimenti popolari, per attuare fino in fondo la più bella Costituzione
nata dalla resistenza al nazi-fascismo». In effetti la mobilitazione c’è
stata. Ad aprile il referendum sulle trivelle si era fermato in
Campania al 26,13%. Nel 2011 per l’acqua pubblica, un tema molto sentito
in regione, ci si era fermati al 52,3% con Napoli al 49,3 e Salerno al
59,8%.