il manifesto 13.12.16
La sinistra che vuole ripartire dalla Costituzione
Dopo il "No" sociale. La proposta: un polo di sinistra che ha come programma ideale l'applicazione della Costituzione.
di Roberto Ciccarelli
Un
polo di sinistra che ha come programma ideale l’applicazione della
Costituzione. Dopo il successo del «No» al referendum del 4 dicembre, la
sinistra delle liste civiche, dell’associazionismo, in dialogo con
Rifondazione, Altra Europa e una parte della costituenda Sinistra
Italiana, rilancia l’allargamento del campo politico a realtà sociali e
locali in una chiara opposizione al Pd e alle politiche neo-liberiste.
Prossime tappe: domenica prossima un’assemblea a Bologna; entro gennaio,
un’assemblea sul «metodo» per provare a unire un mondo plurale e
litigioso. In primavera, se non ci saranno elezioni politiche, chiedere
l’indizione dei referendum per abrogare i voucher, i licenziamenti
illegittimi e per tutelare i lavoratori degli appalti indetti dalla Cgil
che ha raccolto milioni di firme.
Applicazione della
costituzione e creazione di comitati per il «Sì» all’abrogazione del
Jobs Act: queste sono le coordinate emerse da «ricominciamo da (no)i»,
un’assemblea che si è tenuta domenica scorsa a Roma, indetta dal
raggruppamento delle liste civiche di sinistra «Le città in comune», «la
politica di tutti», promossa da un appello sottoscritto tra gli altri
da Giorgio Airaudo, Fabio Alberti, Maria Luisa Boccia, Stefano Fassina,
Adriano Labbucci, Giulio Marcon, Sandro Medici. Un’alternativa alla
proposta di Giuliano Pisapia (un’alleanza con il Pd di Renzi senza
Verdini e Alfano) o al «centro-sinistra» con un Pd «derenzizzato».
Si
parla di una «sinistra sociale», un’idea presente anche in soggetti
diversi da quelli che si sono auto-convocati a Roma (e a Bologna). Fino a
oggi non si è manifestata in un’opzione politica concreta. «Vige una
schizofrenia tra la volontà di costruire dal basso un “soggetto politico
di sinistra” e la coazione a ripetere degli accordi tra le nomenklature
dei partiti» (Paolo Ferrero, Rifondazione). In questo risiko va
aggiunta un’altra tessera: il sindaco di Napoli De Magistris. Il sindaco
ha inviato un messaggio all’assemblea. Un altro lo invierà
all’assemblea di Bologna. Nel mezzo del percorso ci saranno i congressi
dei partiti della sinistra. «C’è bisogno di una nuova soggettività
politica» sostiene Nicola Fratoianni. Per Stefano Fassina «la
Costituzione è inconciliabile con i trattati Ue. L’euro svaluta il
lavoro».
Prospettive, forse, diverse che si muovono in un mosaico
di altri percorsi in atto nei movimenti e nei sindacati di base che
hanno lanciato il «No sociale» negli scioperi e manifestazioni del 21 e
22 ottobre. «Vogliamo costruire uno spazio aperto e inclusivo – afferma
Sandro Medici – C’è la spinta delle realtà locali e civiche che hanno
vinto il referendum. Esiste una tensione sincera verso l’unità. Molte
persone pensano alla sinistra come qualcosa che gli dà forza. Non
vogliamo restare subalterni».