giovedì 1 dicembre 2016

Il Fatto 1.12.16
Quell’Italia dimenticata nel mercato elettorale
di Stefano Feltri

Tra le mille promesse di questa campagna referendaria molte saranno presto dimenticate: il Ponte sullo Stretto di Messina, le leggi votate a velocità supersonica, i tagli alla “casta”. Altri impegni non mantenuti sono più dolorosi e spingono ai margini della vita pubblica interi blocchi di Paese. Nella corsa verso il Sì Matteo Renzi si è lasciato dietro segmenti di Italia ora sfiduciati non solo verso il premier, ma nei confronti di uno Stato dal quale sono stati abbandonati. L’ultimo caso è quello di Taranto: l’ultimo studio Sentieri ha riscontrato una mortalità infantile del 21 per cento superiore alla media regionale, colpa dei tumori. Ma il governo ha fatto saltare dalla legge di Stabilità 50 milioni per assumere in Puglia i medici necessari a questa emergenza cronica. Una sconfitta per il governatore anti-renziano Pd Michele Emiliano. Renzi ha poi trasformato le polemiche in un altro spot: i 50 milioni forse arriveranno, ma intanto il governo offre a Taranto 1,4 miliardi (soldi della famiglia Riva, che vanno alla fabbrica e non alla città). Risultato: le famiglie dei malati si sentono insultate, invece che rassicurate, così come i tanti costretti a spostarsi dal Sud al Nord per curarsi a cui il governo ha provato a raccontare che ridurre le competenze delle Regioni sulla Sanità (senza toccare i fondi) avrebbe uniformato il servizio. La cicatrice più duratura sarà quella del risparmio tradito: per tutta la campagna elettorale Renzi si è rifiutato di rispondere alle domande sul futuro di Mps e sul buco da oltre un miliardo di euro causato dalle scelte del suo governo sulle quattro banche “salvate” un anno fa. Migliaia di risparmiatori hanno perso il loro capitale, centinaia di migliaia si sentono in pericolo con un governo che non offre risposte. Per difendere il Sì, Renzi ha ignorato la parte più indifesa del Paese. Anche se vincerà, in tanti gliene chiederanno conto.