Quanto odio via Facebook
Lo scorso 9 novembre, 78esimo anniversario della Notte dei Cristalli, Yorai Feinberg, tedesco di origini israeliane, senza saperlo finisce in un mappa di Facebook creata da un gruppo di estrema destra. Feinberg, proprietario di un ristorante a Berlino, si ritrova in un elenco di locali gestiti da ebrei e riceve anche una chiamata anonima, dove qualcuno gli dice: «Io odio gli ebrei».
L’episodio è solo l’ultimo di una serie che ha visto contrapporsi Facebook e le autorità tedesche su quelli che dovrebbero essere i limiti tra libertà d’espressione e incita- mento all’odio. Secondo le leggi della Germania, un post come quello sui cittadini di religione ebraica avrebbe dovuto essere eliminato subito. Cosa che non è avvenuta.
Feinberg non ha reclamato contro il social perché non sarebbe servito a nulla, scrive il New York Times. «Ho provato a farlo già altre volte, ma non ho mai ricevuto alcuna risposta», ha raccontato. In questo caso la mappa non è stata tolta dalla timeline, mentre solo alcuni giorni più tardi la pagina del gruppo estremista è stata oscurata. «Il nostro è un work in progress», si è difeso Richard Allen, rappresentante delle politiche di Facebook in Europa. «Si trattava di hate speech e come tale il post avrebbe dovuto essere rimosso».
La questione dell’istigazione alla violenza, così come il recente caso delle bufale circolate sul social stanno mettendo in difficoltà l’impero di Mark Zuckerberg. «Facebook deve assumersi le proprie responsabilità e seguire le leggi», ha suggerito Heiko Maas, ministro della Giusti- zia tedesco. Maas ha minacciato di intervenire con una legge ad hoc se entro il prossimo anno il 70% dei post con contenuti violenti non sarà eliminato entro 24 ore. Anche la cancelliera Angela Merkel ha parlato con Zuckerberg durante la sua ultima visita in Germania, per discutere insieme di questi temi. Da parte sua il colosso americano ha adeguato le proprie politiche interne per garantire una maggiore tutela delle minoranze, così come già accade da tempo negli Stati Uniti. E ne- gli ultimi mesi ha anche deciso di collaborare con il governo e con associazioni di beneficenza per combattere l’istigazione alla violenza online.