Corriere 7.12.16
Istat, un italiano su 4 a rischio povertà Con la crisi via il 12% della ricchezza
Il reddito delle famiglie benestanti passa da 4,6 a 4,9 volte quello delle più indigenti
di Francesco Di Frischia
ROMA
Aumentano i poveri, soprattutto nelle famiglie numerose: sono più di un
italiano su quattro. Cresce la forbice tra chi sta meglio e chi sta
peggio. La crisi ha mandato in fumo il 12% della ricchezza. L’analisi
dell’Istat fotografa così le condizioni di vita degli italiani nel 2015.
Entrando
nei dettagli dell’indagine, il 28,7% (poco meno di 17 milioni e mezzo)
vive a rischio povertà o esclusione sociale. È la percentuale più alta
da quando, nel 2004, si è iniziata l’indagine. Esaminando la situazione
con criteri europei, se aumentano i soggetti a rischio povertà (dal
19,4% nel 2014 al 19,9 del 2015), diminuiscono quelli che vivono in
famiglie a bassa intensità lavorativa (dal 12,1% all’11,7). Invariata la
quota di persone in famiglie gravemente deprivate (11,5). Mentre le
persone che vivono in famiglie con cinque o più componenti sono quelle
più a rischio di povertà o esclusione sociale e aumentano dal 40,2% del
2014 a 43,7 del 2015. Questa quota sale al 48,3% (dal 39,4) se si tratta
di coppie con tre o più figli e raggiunge il 51,2% (da 42,8) nelle
famiglie con tre o più minori.
Quando si tratta di stringere la
cinghia, secondo l’Istat, in testa alle rinunce ci sono i tagli alla
settimana di vacanza (47,3%), seguite dal rinvio di spese improvvise
(39,9) superiori a 800 euro, ad esempio per la riparazione dell’auto, e
dall’accumulo di bollette da pagare (14,9). C’è anche chi (il 17%)
decide in inverno di spegnere i riscaldamenti casalinghi. È preoccupante
che l’11,8% degli intervistati indica, non per fare la dieta, la scelta
di concedersi un pasto proteico solo ogni due giorni.
Inoltre si
allarga la forbice tra chi sta meglio e chi sta peggio: le famiglie più
ricche hanno un reddito che passa dal 2009 al 2014 da 4,6 a 4,9 volte
quello delle più povere. In termini assoluti il reddito netto medio di
una famiglia nel 2014 è stato di 29.472 euro (circa 2.456 al mese): la
metà delle famiglie, però, in media non riesce a racimolare più di
24.190 euro netti l’anno (2.016 al mese). Il gruzzolo scende nel
Mezzogiorno a 20 mila l’anno (1.667 al mese). La dimostrazione di una
Italia spaccata a metà è in due cifre: il rischio di povertà e
esclusione sociale è il 13,7% nella provincia di Bolzano e il 55,4% in
Sicilia. Risulta poi a rischio povertà chi vive in famiglie «che nel
2014 avevano un reddito familiare equivalente inferiore al 60% del
reddito mediano». Tradotto: 9.508 euro annui per un nucleo con un solo
adulto. Quindi chi può sceglie di cambiare aria: continua a crescere tra
2014 e 2015 da 89 mila a 102 mila unità (+15%) il numero degli italiani
che lasciano il Paese. L’Eurostat ha ieri diffuso i dati sulla crescita
del Pil nel terzo trimestre: +0,3% congiunturale, +1,7% tendenziale.