Corriere 7.12.16
De Siervo: non credo che la Corte possa intervenire
intervista di VIrginia Piccolillo
La
Corte costituzionale si pronuncerà il 24 Gennaio sull’Italicum. Da
presidente emerito, professor Ugo De Siervo, crede che dobbiamo solo
aspettare e la Consulta risolverà tutto?
«Ma no. Non la si può aspettare. Chi lo sostiene è irresponsabile e dimostra una scarsa conoscenza dell’ordinamento».
Ma con due leggi diverse per Camera e Senato, non si può votare.
«Appunto. Il Parlamento deve fare due leggi compatibili tra loro».
La Consulta non farebbe prima?
«Ma
la Corte è un organo di giustizia costituzionale. E può intervenire
solo in caso di violazione grave. Non sono neanche sicuro che possa
intervenire».
Perché?
«Perché non è stata ancora applicata. E La Corte può intervenire solo se l’applicazione di una norma ha danneggiato le persone».
Anche i suoi ex colleghi lo pensano?
«Sui giudici mi astengo. Lavoreranno per il meglio. Salvo poi essere criticati».
Ora tutti li invocano.
«Ma
tutti pretendono qualcosa che, per me, è impossibile. Dopo tutti li
accuserebbero di aver fatto il gioco di Pinco o di Pallino».
C’è chi auspica che si adotti una delle due norme per entrambe le Camere.
«Ma
come si fa? Copiare quella del Senato, che è un proporzionale puro,
imporrebbe correzioni nazionali specifiche. Mi sembra impossibile».
Estendere l’Italicum al Senato però, secondo molti, si può fare.
«Tutto è fattibile sulla carta. Ma un Senato fatto da una somma di ballottaggi regionali sarebbe una roulette russa».
Ma allora?
«Il
Parlamento deve fare la legge elettorale. Chi rappresenta la sovranità
popolare ha la responsabilità dell’interesse del Paese. Non può mandare
tutto alle calende greche».