Corriere 6.12.16
Lotti: con noi il 40% Ma la minoranza dem vuole la resa dei conti
Domani la direzione. D’Alema: torno a Bruxelles
di Alessandro Trocino
ROMA
 Si riparte dal 40 per cento, scrive Luca Lotti, fedelissimo di Matteo 
Renzi. Riferimento al 40 per cento preso nel 2012, quando fu sconfitto 
alle primarie. Stessa cifra ottenuta dal Pd nel 2014, alle Europee. E 
domenica, nella sconfitta referendaria. Ma il tentativo di Lotti di 
vedere il bicchiere mezzo pieno viene subito stroncato dalla minoranza e
 sarà uno dei tanti elementi di discussione della direzione Pd, slittata
 a domani alle 15. Insieme alla legge elettorale e al possibile 
congresso anticipato del Pd.
Si comincerà, probabilmente, dal 
ruolo di Matteo Renzi. Dimissionario da Palazzo Chigi, ma non (ancora, 
perlomeno) da segretario del partito. La tentazione di lasciare è forte,
 magari per un periodo sabbatico per poi ripresentarsi alle primarie e 
al voto più avanti, ma è probabile che alla fine Renzi, pressato dai 
suoi, decida di rimanere. Anche la minoranza si affanna a spiegare che 
non ha intenzione di chiedere dimissioni: «Non le ho chieste da Palazzo 
Chigi — dice Roberto Speranza — figuriamoci se le chiedo da segretario».
 Pier Luigi Bersani chiede «stabilità» e una «correzione della linea 
politica»: «L’ establishment viene dopo». Per le dimissioni, invece, 
l’ex lettiano Francesco Boccia: «Renzi dovrebbe farsi da parte, come 
Bersani nel 2013. E se decide di ricandidarsi, dovrà farlo come ognuno 
di noi da semplice iscritto».
Quanto al 40 per cento, Nico Stumpo 
non condivide lo slancio di Lotti: «Quella cifra è un disastro. Si può 
parlare di questo in direzione o è lesa maestà?». Non ci sarà, alla 
direzione, Massimo D’Alema. Concluso il lavoro, «torno a Bruxelles». Non
 prima di essersi tolto qualche altro sassolino dalle scarpe: «È folle 
chi dice che ripartiamo dal 30 per cento». E ancora, allusione a Forza 
Italia: «Il Pd dovrebbe essere l’erede dell’Ulivo e invece lo è di altri
 partiti». Tra i temi in direzione, la legge elettorale: «L’Italicum 
sarà certamente cambiato», assicura il bersaniano Davide Zoggia.
 
