Corriere 4.12.16
Il verdetto delle urne può essere deciso da giovani, Sud e votanti «last minute»
di Paola Di Caro
Giovani,
Sud, indecisi dell’ultimo minuto. Saranno loro, secondo i sondaggisti
che hanno studiato per lunghi mesi la campagna referendaria, a
rappresentare le variabili che daranno oggi la vittoria al Sì o al No.
Una competizione anomala, se è vero come dice Roberto Weber,
dell’Istituto Ixè, che alle urne andranno molti elettori che non lo
hanno fatto nelle scorse tornate e che non lo avrebbero fatto se si
fosse trattato di un voto politico. Ma nello stesso tempo una
competizione che ha lasciato confusi, o comunque poco convinti, milioni
di elettori: secondo Pietro Vento, direttore dell’Istituto Demopolis,
prima del rush finale della campagna, dieci milioni di italiani erano
ancora indecisi su cosa votare e 5 milioni anche sulla scelta se recarsi
o no alle urne, e «chi ne avrà convinti di più ad andare al seggio,
avrà vinto». Esistono comunque indicatori che dovrebbero far pendere
l’ago della bilancia dall’una o dall’altra parte in una competizione che
— prevedono tutti gli istituti — dovrebbe vedere una discreta
affluenza, tra il 55 e il 60 per cento. E sono le scelte di quelli che
dovrebbero essere i gruppi o settori dell’elettorato più favorevoli al
No, ovvero i giovani (dai 18 ai 35-45 anni) e i residenti al Sud. In
tutte le ricerche, conferma Nicola Piepoli (che con il collega di Ipr
Noto curerà exit-poll e sondaggi per la Rai), sono risultati loro i meno
permeabili al messaggio lanciato da Renzi, ma quanti di loro andranno
poi a votare? «Tra i più giovani — dice Vento — davvero la campagna
sembra aver appassionato poco», mentre oltre i 60 anni il Sì risulta ben
radicato. Anche il messaggio lanciato dai leader di riferimento, che
pure vengono votati con convinzione, non sempre è sufficiente per andare
a votare o per farlo in linea con le indicazioni. «La gran parte del
voto si è formato sul livello di fiducia nutrita per chi ha
sponsorizzato il Sì e chi il No», spiega Alessandra Ghisleri, direttrice
di Euromedia Research, confermando che molti si sono fatti un’opinione
avendo come baricentro Renzi. Chi ancora pochi giorni fa si situava fra
gli indecisi, ma poi andrà a votare, sceglierà invece «valutando in base
al “vantaggio” personale, a cosa ritiene più utile per la propria
situazione personale, professionale, familiare». Bypassando partiti,
antipatie, fede politica, in un voto che, comunque vada, darà una nuova
fotografia del Paese.