Corriere 2.12.16
Il film su Bergoglio diventa una saga in tv
«Francesco, il Papa della gente» su Canale 5
Nei cinema in 40 Paesi e accordo con Netflix
di Renato Franco
MILANO
Da The Young Pope a The True Pope , dall’immaginario Pio XIII
all’umanissimo Francesco, da Jude Law all’accoppiata Rodrigo De la Serna
(che lo interpreta da giovane) e Sergio Hernández (da adulto).
Francesco, il Papa della gente racconta il percorso umano e spirituale
durato più di mezzo secolo che ha portato Jorge Bergoglio all’elezione
in San Pietro.
Nella fiction è un finale senza sorpresa, ma del
resto nella vita non è la meta, è il viaggio che conta. E quello di
Jorge è stato tortuoso e tormentato, come spiega il regista Daniele
Luchetti: «Il Papa oggi sembra essere un uomo coraggioso perché è
passato attraverso molti inferni e qualche purgatorio. L’inferno della
dittatura argentina, che struttura il film e lo tiene in piedi
attraverso un racconto anche politico e umano, a mio avviso evita il
santino e il luogo comune del predestinato. Bergoglio è per me un uomo
che ha vissuto da uomo, accettando e subendo compromessi, tra errori e
atti di giustizia. Ho cercato di avvicinarlo a noi spettatori, non di
allontanarlo in zone mistiche. Questo non è un film religioso, ma
racconta un personaggio che crede».
Ideata, prodotta e finanziata
da Mediaset con 15 milioni di dollari, realizzata da Taodue, la serie è
già uscita nelle sale l’anno scorso come film (venduto in più di 40
Paesi). Ora arriva su Canale 5 mercoledì 7 e giovedì 8 in versione
allungata, due serate da 100 minuti ciascuna, ed è in questa formula che
l’ha acquistata Netflix per l’utilizzo streaming in tutto il mondo
Europa esclusa.
E qui il business si aggancia alla cronaca
finanziaria. Mediaset aveva deciso di tenere i diritti per l’Europa
pensando di sfruttarli su quella piattaforma paneuropea che doveva
nascere in accodo con Vivendi. Ma dopo il passo indietro del gruppo
francese sull’acquisizione di Premium il panorama è improvvisamente
cambiato. C’è una causa in corso. «Da Vivendi abbiamo ricevuto un danno
gravissimo — sottolinea Pier Silvio Berlusconi, ad Mediaset —. La
creazione di una piattaforma paneuropea è l’unica strada per difendersi
dalla concorrenza dei grandi gruppi come Netflix o le web company. Noi
ci stiamo lavorando comunque, se servisse anche con altri partner».
Anche con Sky? «Su questo non posso parlare — aggiunge con un sorriso —
ma i primi partner possibili sono i broadcaster, in Germania, Francia,
Inghilterra».
Francesco, il Papa della gente si apre con il bacio
del futuro pontefice alla fidanzata di quando era ragazzo. L’ultimo
bacio. Poi la scelta di diventare gesuita, la vocazione di missionario
frustrata dai superiori, gli anni di insegnamento (quando ai suoi
studenti faceva vedere i film di Bergman e leggere gli scrittori
comunisti), la promozione a superiore provinciale dei gesuiti perché
sapeva essere rigido con la dottrina, ma flessibile con le persone, gli
anni della dittatura infame di Videla.
Una serie basata più sulle
testimonianze orali che quelle scritte: «Quando una sua collaboratrice
mi ha detto che lo aveva visto sorridere la prima volta quando è
diventato Papa — riflette Luchetti — ho scoperto che Bergoglio era
sempre stato un uomo schiacciato dalle responsabilità e lì si è accesa
la mia curiosità di narratore». Nota ancora il regista: «Sorrentino,
Moretti e io: singolare che tre laici miscredenti abbiano fatto le
ultime opere su un Papa». Forse anche le vie del cinema sono infinite.