Corriere 15.12.16
Aleppo, i crimini contro l’umanità
di Rula Jebreal
Caro
direttore, sono appena stata sul confine tra Libano e Siria: ad Aleppo
regna l’orrore, lo stupro è un’arma del regime contro le donne per
instillare terrore. Molte donne si suicidano per non essere stuprate. La
ribellione che ha portato alla guerra civile in Siria è nata da una
richiesta pacifica di pane, giustizia sociale e libertà. Mai mi sarei
aspettata di vedere la barbarie e la ferocia di questi giorni.
Aleppo
è un nuovo Ruanda. Un’altra Bosnia. Donne, bambini, civili senza
distinzione vengono macellati, torturati e uccisi dalle forze di Assad.
Esecuzioni sommarie, corpi abbracciati di donne e bambini,
bombardamenti, bombe a grappolo. Il regime di Assad ha commesso crimini
di guerra su larga scala (dagli omicidi di massa all’uso di armi
chimiche) come risposta a chi chiedeva riforme politiche, un sistema
democratico e trasparente invece di una dittatura corrotta.
Assad
ha una sola strategia: rilasciare gli jihadisti e perseguitare gli
attivisti per la democrazia, torturarli e massacrarli. Assad ha eredito
la presidenza e la violenza dal padre, che fu feroce. La prima vittima
del regime di Assad è infatti un bambino di 13 anni di nome Hassan Al
Kateeb: fu arrestato, torturato e fucilato, perché aveva osato cantare
mentre tornava da scuola «cade il regime di Assad». Così Assad è
diventato il mostro, il macellaio del nostro secolo, questo il titolo
conferito da Time . Nonostante oggi, militarmente, Assad abbia già
vinto, punta all’eliminazione totale degli abitanti di Aleppo, con
l’aiuto della Russia di Putin — che con la vittoria di Trump negli Stati
Uniti ha avuto carta bianca. Stare al fianco della Russia significa
giustificare il genocidio di Aleppo.
Dal 2011 mezzo milione di
siriani è stato massacrato. E molti ancora ne moriranno, nel silenzio
del mondo intero. La comunità internazionale ha la responsabilità di
proteggere i civili. C’è una risoluzione delle Nazioni Unite che parla
chiaro. La Siria oggi e il più grande fallimento della comunità
internazionale, la macchia più scura sull’eredità politica del
presidente Obama: quando si bombardano ospedali, si distruggono scuole,
si commette davanti agli occhi del mondo intero un altro genocidio,
l’incapacità della comunità internazionale di agire diventa una
violazione della coscienza del mondo.
La vittoria
dell’autoritarismo violento e sanguinario è anche la vittoria del
jihadismo globale, di terroristi che per anni sfrutteranno il dolore e
la disperazione, la rabbia che monta ad Aleppo. I terroristi continuano a
promuovere l’idea che la democrazia non serve a niente, che la comunità
internazionale è incapace di reagire e quindi complice, e che l’unica
alternativa è sempre e solo la violenza: il terrorismo è il prodotto
avariato e velenoso dei regime capaci di massacrare milioni per
mantenere il potere.
Oggi tutti portiamo addosso la vergogna e la responsabilità morale di questo moderno Olocausto.