Corriere 13.12.16
La linea Renzi al Pd «Congresso e voto» La sinistra: ci cacci?
Orfini: con Gentiloni, ma inconcepibile arrivare al 2018
Speranza: ci dica se c’è spazio per chi ha scelto il No
di Alessandro Trocino
ROMA
Voto unanime di sostegno al nuovo premier Paolo Gentiloni nella
direzione del Pd, ma anche attacchi e distinguo dalla minoranza.
Nonostante le voci contrarie, partecipa anche Matteo Renzi. Che contesta
le «ricostruzioni macchiettistiche» e spiega che «l’elettorato di
sinistra e popolare non l’ha mai visto neanche con il binocolo il 40 per
cento».
L’analisi della sconfitta referendaria è rinviata a data
da destinarsi, mentre ci si concentra sul percorso congressuale e sul
nuovo governo, che si considera sostanzialmente a termine. Perché, come
dice il presidente Matteo Orfini: «Appoggiamo con lealtà l’esecutivo di
Gentiloni, ma è inconcepibile che la legislatura arrivi al termine».
Anche Renzi spiega che «c’è un appuntamento imminente con le elezioni,
che noi non temiamo». E ancora: «Nell’arco dei prossimi mesi andremo a
un passaggio di elezioni». Lo ribadisce Lorenzo Guerini, vicesegretario,
che riassume: tempi brevi, per arrivare alla legge elettorale, e quindi
al voto. Quanto all’Italicum, tra i renziani è partita un’offensiva per
far tornare d’attualità il Mattarellum.
Secondo fonti della
maggioranza, è possibile organizzare il congresso in 45 giorni. La data
sarà decisa ufficialmente dall’assemblea del Pd che si riunirà domenica
18 dicembre.
Ma intanto la minoranza, dando il via libera al
governo, non nasconde critiche e malumori. L’attacco più duro arriva da
Roberto Speranza: «Se non c’è spazio per chi ha votato No al referendum,
lo si dica con chiarezza, senza ricorrere a insulti organizzati su
Internet o a manifestazioni sotto al Pd». Ma Speranza presenta anche un
documento, a nome della minoranza, che chiede «discontinuità» e avverte:
appoggio al governo ma anche mani libere sui singoli provvedimenti.
Concetto ribadito da Pier Luigi Bersani, che nega di volersi ricandidare
a segretario: «La stabilità la garantiamo perché siamo responsabili. Ma
sui provvedimenti ci devono convincere».
Prova a mediare Gianni
Cuperlo, esponente della minoranza che dopo l’intesa sulla legge
elettorale, ha votato Sì al referendum. Chiede il congresso anticipato:
«Mi auguro che sia un’occasione straordinaria di confronto sul futuro
del Paese e non una conta nei gazebo». E però ammette: «Non ho paura del
voto, ma del risultato».