Corriere 10.12.16
Primarie per il candidato alle elezioni Renzi apre subito il congresso dem
Assemblea il 18 e assise a marzo per scegliere il leader che correrà anche al voto
di Marco Galluzzo
ROMA
Un governo Renzi senza Renzi. Per completare alcuni dossier vitali per
l’economia. Per fare la legge elettorale, dopo la sentenza della
Consulta, il 24 gennaio. Presiedere il G7 a Taormina, a maggio, e poi
andare a votare, a giugno.
Renzi e i renziani, che restano
maggioranza nel partito, che per Mattarella hanno l’onere di garantire
continuità alla funzione di governo, hanno in sostanza blindato in
questo modo la loro posizione. Paolo Gentiloni, ministro degli Esteri,
che ieri è andato due volte a Palazzo Chigi a colloquio proprio con
Renzi, avrebbe il compito di guidare un esecutivo di transizione, con
poche modifiche (le ministre Maria Elena Boschi, Stefania Giannini e
Marianna Madia sarebbero date in uscita).
La decisione di Renzi
farebbe il paio con un’altra scelta: il 18 dicembre si terrebbe
l’Assemblea nazionale del Pd, gli stati generali del partito, per
convocare il congresso a marzo e iniziare un percorso che porti a
confermare la leadership e la sua candidatura alle prossime Politiche.
Di entrambe le cose dovrebbe discutere oggi la delegazione del partito
con Mattarella, nell’ultimo giorno di consultazioni.
Il premier
dimissionario ieri mattina è rientrato da Firenze e ha iniziato una
giornata di colloqui che sarebbero serviti a blindare entrambe le
decisioni. Ha visto due volte il ministro degli Esteri, poi il ministro
dell’Economia, Pier Carlo Padoan e il ministro dell’Agricoltura,
Maurizio Martina.
Ma l’altro incontro clou della giornata è stato
certamente quello con Dario Franceschini: un’ora di faccia a faccia e,
sembra, incomprensioni delle ultime ore superate. Anche il gruppo
parlamentare che fa riferimento al ministro dei Beni culturali sarebbe a
questo punto d’accordo con l’opzione Gentiloni.
La soluzione, al
momento, sarebbe una sorta di mediazione fra il desiderio del capo dello
Stato di completare la legislatura, le richieste di quasi tutte le
opposizioni di andare al voto prima possibile, l’iniziale posizione
renziana di un governo di transizione solo a patto che anche gli altri
partiti lo sostenessero.
Questo è lo schema di Renzi e dei
renziani, si vedrà se terrà. Permetterebbe anche di preservare gli
equilibri delicati e strategici delle partecipate di Stato, da Eni a a
Finmeccanica, sino ad Enel: per moltissime aziende i vertici scadono in
primavera, in questo modo potrebbero essere riconfermati o cambiati con
una supervisione dell’ex premier.