lunedì 14 novembre 2016

«Usa, via i clandestini»
Trump: sono 2-3 milioni, o se ne vanno o c’è la prigione. Sì al muro col Messico
La Stampa 14.11.16
Niels W. Franzen
“È un meccanismo già oliato. Obama ne ha espulsi 2,5 milioni”
Il professor Franzen: “ma le procedure possono durare anni”
intervista di di Fra. Sem.

Professor Niels W. Franzen, direttore di «Imigration Clinic» della University of South California, il progetto di deportare 2 o 3 milioni di clandestini è realizzabile?
«Gli Stati Uniti attualmente deportano tra i 300 e i 400 mila clandestini ogni anno, la presidenza Obama è stata una delle più severe in questo senso con oltre 2,5 milioni di deportati dal 2009 al 2015. Al netto di coloro che sono stati fermati al confine. Quindi i meccanismi sono già oliati da un punto di vista tecnico».
Come si individuano i clandestini meritevoli di deportazione?
«Prima di tutto con un intenso coordinamento tra governo federale e le autorità di giustizia criminale radicate sul territorio. Uffici degli sceriffi, polizia, agenti di frontiera, tribunali. In secondo luogo con controlli su imprese sospettate di ricorrere a manodopera clandestina, in particolare nel settore agricolo».
Una volta individuati e fermati cosa accade?
«Secondo la legge del 1996 il soggetto interessato non è subito deportabile. Per la maggior parte sussiste il diritto a essere giudicati da un tribunale dell’immigrazione e dovrà essere il giudice a decidere con decreto di espulsione. Al quale si può ricorrere ai gradi superiori di giudizio».
Tradotto in termini di tempo?
«Si tratta di procedure che possono durare dai tre ai sei anni, durante le quali il soggetto può essere imprigionato o meno a seconda dei casi. In caso di appello si va oltre. Attualmente ci sono 570 mila procedimenti giudiziari ancora pendenti in Usa».
Tradotto in costi?
«Diversi miliardi di dollari che il governo deve pagare. Secondo l’America Action Forum le previsioni di spesa arrivano a 400 miliardi di dollari nell’arco di venti anni».
Nella pratica come avviene la deportazione?
«Se si tratta di messicani ad esempio si organizzano pullman del governo scortati con cui i clandestini vengono portati al confine che passano a piedi attraversando i terminali di accesso. Si stanno sperimentando anche “charter” governativi chiamati “Interior deportation flight”, diretti a Città del Messico per impedire che i deportati provino subito a rientrare. Per altre nazionalità si usano voli di linea con i deportati in custodia sino all’imbarco».
Un’ultima cosa, si è detto che Obama ha deportato più di ogni altro presidente in passato, allora perché tutto questo clamore con Trump?
«Perchè le azioni di Obama, per quanto aggressive, facevano distinguo precisi, ad esempio non separare le famiglie, non prendevano di mira gli illegali che avevano figli nati in America e quindi cittadini Usa. O coloro che non avevano commesso reati. E non prendevano di mira gli illegali che si trovavano da molto tempo negli Stati Uniti dove avevano lavorato, pagato le tasse e costruito una vita. Ciò che si teme è che Trump vada oltre».