Repubblica Cult 13.11.16
“La mia idea di socialismo” firmato Jack London
di Francesca Bolino
«Ho
lavorato in una fabbrica di conserve, in una di sottaceti, sono stato
marinaio, ho trascorso mesi tra le schiere di disoccupati a cercar
lavoro; ed è questo lato della vita che io venero di più». Così scriveva
Jack London che di quella vita aveva un “senso” che ha riversato in
romanzi straordinari come Zanna Bianca, La Strada o Martin Eden. In
questi scritti che vengono pubblicati a un secolo dal suicidio (ad
appena 40 anni) si ritrova la traduzione politica di quella tumultuosa
vita descritta nei suoi libri. «Ho incontrato marinai, soldati,
lavoratori, tutti straziati e distorti e sformati dal lavoro, dagli
stenti e dalla sorte, e abbandonati alla deriva dai loro padroni come
fossero cavalli invecchiati. Io mi trascinai in giro con loro, e
sbattemmo insieme molte porte; o tremai insieme a loro dentro vagoni
abbandonati e nei parchi pubblici, ascoltando in continuazione storie
personali che iniziavano con gli stessi auspici della mia vita». E così
London si immerse in un «abisso sociale» acquistando una consapevolezza
razionale e politica che lo ha portato al di là della letteratura e del
romanzo, al rovescio dell’ottimismo autocelebrativo del sogno americano:
«Il mio individualismo aggressivo mi fu tirato fuori a martellate,
mentre qualcos’altro mi veniva inchiodato dentro con la stessa forza.
Ma, proprio come ero stato individualista senza saperlo, adesso ero
socialista senza saperlo, e per di più, un socialista non scientifico.
Ero rinato, ma non avevo avuto un nuovo nome, e mi aggiravo
freneticamente cercando di sapere cosa fossi». Tutto questo avveniva
nella sua grande casa di Oakland dove frequentava la sezione del partito
socialista americano e dove vi incontrò anche l’italiano Edmondo Peluso
che poi sarebbe stato tra i fondatori del Partito comunista a Livorno
nel 1921. Fu lui a lasciarci testimonianza del clima di fervore
missionario che si respirava a casa dello scrittore tra intellettuali,
artisti e operai. Al di là della parabola della sinistra americana o
della testimonianza di un socialismo che ci appare ingenuo, gli ultimi
scritti di London trasmettono quel vitalismo e quell’indomita passione
che nonostante tutto ci fa amare l’America.
IL SENSO DELLA VITA di Jack London CHIARELETTERE TRAD. DI A.GEBBIA E P.CABIBBO, PAGG. 144 EURO 10