Repubblica 9.11.16
Rivoluzione Uffizi i grandi capolavori del Rinascimento in un solo piano
Da Leonardo a Raffaello tutti in un’area dedicata Alla Galleria si pensa a un percorso autonomo
di Gaia Rau
Cambiano anche le mostre temporanee: si accederà con un biglietto separato
IL DIRETTORE
Eike
Schmidt, 47 anni, nato a Friburgo, storico dell’arte, dall’agosto dello
scorso anno è direttore della Galleria degli Uffizi. Sopra, una delle
sale del museo fiorentino
FIRENZE. Più che un semplice
riallestimento, un cambio radicale di prospettiva. Gli Uffizi, il più
visitato museo italiano, si trasformano per venire incontro al turismo
di massa, a quei grandi flussi umani che ogni giorno sfidano i limiti
fisici e storici del complesso vasariano alla ricerca di una manciata di
capolavori simbolo del Rinascimento: quelli di Botticelli, Leonardo,
Raffaello e Michelangelo. Ai quali, a un anno dall’entrata in servizio,
il direttore- manager tedesco Eike Schmidt sta lavorando per dedicare un
percorso autonomo, più rapido, alternativo a quello completo, dislocato
su due piani, che oggi rappresenta per il pubblico l’unico possibile.
Un progetto la cui realizzazione — l’obiettivo è inaugurare il 6
novembre 2017, nei 400 anni dalla nascita di Leopoldo de’ Medici —
implicherà una serie di traslochi a effetto domino che interesseranno
alcuni degli ambienti più iconici del museo. Smantellando, almeno in
parte, gli allestimenti voluti e realizzati, negli ultimi dieci anni,
dall’ex direttore Antonio Natali. Il quale, oggi, chiosa: «Un’idea che
si commenta da sé».
L’idea di Schmidt è concentrare su un unico
piano, il secondo, le opere dei quattro grandi maestri. Partendo da
Raffaello i cui dipinti, compresa la celebre Madonna del cardellino,
sono
oggi esposti al primo, nell’ultima delle cosiddette “Sale rosse” aperte
nel 2012 e dove trovano spazio anche artisti del ‘500 come Pontormo e
Bronzino. «La segnalazione — spiega il direttore — è partita da guide e
assistenti di sala: quell’ambiente è troppo angusto, basta un gruppo e
si blocca tutto». Ecco allora che l’artista urbinate salirà di un piano,
per condividere con Michelangelo e Leonardo ( l’Annunciazione, oggi in
un ambiente provvisorio sempre al primo livello, ma anche l’Adorazione
dei magi, dal 2011 in Opificio e pronta a tornare per Pasqua) le sale
dalla 35 alla 41. A pagarne le conseguenze sarà probabilmente la 35,
inaugurata nel 2013, in cui Natali aveva scelto di affiancare al Tondo
Doni di Michelangelo la monumentale scultura antica dell’Arianna
addormentata, in un allestimento di particolare suggestione.
Quanto
al primo piano, Pontormo e gli altri finiranno nelle sale oggi adibite
alle mostre (che avranno presto uno spazio ad hoc, con biglietto
autonomo) insieme ad altri artisti del XVI secolo come Tiziano con la
sua
Venere, oggi in prestito a Urbino. Destino delle Sale rosse
sarà invece accogliere una parte di autoritratti reduci dallo
svuotamento del Corridoio Vasariano: quelli più famosi (Carracci,
Rembrandt) oltre a una selezione, a rotazione, di artisti del ‘900 e
contemporanei.
Le nuove sale di Michelangelo, Leonardo e Raffaello
assomiglieranno a quella, appena inaugurata, di Botticelli: un grande
ambiente diviso in due pensato per permettere che più gruppi si
soffermino sulle attrazioni principali, Primavera e Nascita di Venere.
«Abbiamo constatato — dice Schmidt — che così i visitatori hanno più
spazio e voglia di ammirare anche le altre opere, meno famose, come
l’Annunciazione o La calunnia ». Nessun rischio, insomma, di alimentare
quella «cultura del feticcio» tante volte denunciata da Natali? Schmidt
giura di no: «Il problema dei grandi flussi turistici non si risolve
ignorandolo, ma dando una possibilità di scelta. Invitando le persone
senza costringerle ». Anche in vista di un probabile aumento dei
visitatori: «Terminati i Nuovi Uffizi, con nuove vie di fuga e metri
quadri in più, il numero chiuso stabilito dai vigili del fuoco (900
persone, ndr) potrebbe aumentare: così ci facciamo trovare pronti».