martedì 8 novembre 2016

Repubblica 8.11.16
Lo strano caso del vero mister Hyde
Secondo un biografo di Stevenson, fu un medico schizofrenico amico dello scrittore a ispirare il doppio del dottor Jekyll
di Enrico Franceschini

LONDRA «Le ragioni del bene e del male che dividono e compongono ad un tempo la duplice natura dell’uomo»: era questo il mistero al centro di Lo strano caso del dottor Jekyll e di mister Hyde, il romanzo di Robert Louis Stevenson diventato un proverbiale classico dell’orrore. Critici e studiosi si sono a lungo interrogati su quale fosse stata la sua ispirazione, ipotizzando vari teorie: dalla vicenda di un noto criminale di Edimburgo all’uso di allucinogeni da parte dello stesso autore.
Adesso, 130 anni dopo la pubblicazione del libro, un biografo di Stevenson pensa di avere trovato indizi sufficienti per capire da dove venisse uno dei personaggi più spaventosi e al tempo stesso più tragicamente umani della letteratura. Mister Hyde, il mostruoso “doppio” del dottor Jekyll, era probabilmente modellato su un amico dello scrittore: un intellettuale francese insieme al quale Stevenson passava le serate a disquisire sulle traduzioni di Molière, celando una personalità da psicopatico e serial- killer.
Jeremy Hodges, uno dei massimi esperti dell’autore di L’isola del tesoro, ha rivelato la sua scoperta domenica a Edimburgo, durante il Robert Louis Stevenson Day, la giornata annuale dedicata al grande scrittore scozzese dalla sua città natale. Un frammento di appunti di Stevenson, all’interno di un’edizione del 1920 in 35 volumi della sua intera opera, parla del “dualismo” di cui sembrava preda un suo conoscente: Eugene Chantrelle, un francese arrivato in Scozia per fare il medico, poi mantenutosi dando lezioni private, a un certo punto entrato in stretti rapporti con lo scrittore, con cui trascorreva le serata a bere e discutere di tutto, incluse dotte analisi sul modo in cui veniva tradotto Moliére in inglese. Fino a quando Chantrelle fu arrestato con l’accusa di avere assassinato la propria moglie con una dose fatale di oppio. Stevenson non perse un’udienza del processo, durante il quale emerse che l’imputato era responsabile di almeno altri quattro omicidi, commessi avvelenando le sue vittime con «un toast di formaggio e oppio». E la sua personalità in apparenza sofisticata e tranquilla nascondeva un uomo in preda a luride pulsioni, che si ubriacava di whisky nei vicoli della città, finiva le notti nei bordelli e sparava in aria con un revolver. «Con il senno di poi», scriveva Stevenson nell’appunto ritrovato dal suo biografo, «dovrei dire che Chantrelle aveva le più chiare caratteristiche di una mente criminale, se non avessi incontrato un uomo dal suo medesimo aspetto che tuttavia sembrava un esempio di gentilezza e buona condotta». Il dottor Jekyll e mister Hyde, insomma, provenivano forse da un medico francese malato di bipolarismo, schizofrenia o doppia personalità: amabile persona di giorno, terribile assassino di notte. Rivelazione che rende lo “strano caso” di Jekyll e Hyde un po’ meno strano, ma ancora più autentico e attuale.