sabato 5 novembre 2016

Repubblica 5.11.16
“Londra si è spostata a destra, meglio separarci”
Lo scrittore scozzese Irvine Welsh: “Oramai governa l’ala estrema dei tories”
intervista di Enrico Franceschini

EDIMBURGO. «L’indipendenza stavolta vincerà ed è l’unica possibilità per permettere alla Scozia di restare in Europa ». È il parere di Irvine Welsh, lo scrittore scozzese autore del romanzo cult “Trainspotting”, di cui Guanda ha pubblicato in Italia quest’anno un seguito, “L’artista del coltello”. Indipendentista, progressista ed europeista, Welsh non ha dubbi: «Non vogliamo continuare a essere governati dall’estrema destra dei Tories che ci ha portati fuori dalla Ue». A lui non basta neppure l’ipotesi di una “soft Brexit”, tenendo un piede nel mercato europeo, ammesso che sia possibile.
È d’accordo con il progetto del governo scozzese di indire un nuovo referendum per l’indipendenza dalla Gran Bretagna, se Brexit porterà la Scozia fuori dall’Europa?
«Assolutamente sì. Il no all’indipendenza scozzese, nel referendum di due anni fa, presumeva che la Scozia, rimanendo nella Gran Bretagna, sarebbe rimasta nell’Unione Europea. Ebbene, adesso sappiamo che quel ragionamento era fasullo. La Scozia è rimasta in Gran Bretagna ma rischia di ritrovarsi lo stesso fuori dalla Ue. Le condizioni materiali dell’appartenenza della Scozia al Regno Unito sono cambiate. Dunque è legittimo indire un nuovo referendum per l’indipendenza».
E pensa che stavolta vincerebbero i sì?
«Penso che i sì avrebbero una possibilità di successo molto più grande. Rispetto a due anni or sono, l’Inghilterra si è spostata politicamente ancora più a destra. E gli scozzesi hanno votato a grande maggioranza per restare nella Ue nel referendum del giugno scorso: due fattori che hanno cambiato sostanzialmente la situazione. Essere indipendente e in Europa è ora una posizione esistenziale, di status quo, per la Scozia. Mentre ci fa molto meno gola rimanere dipendenti da uno stato nazionalista governato dalla corrente più di destra dei Tories».
Se la Scozia ottenesse un accordo separato con la Ue, che le permetta di rimanere almeno parte del mercato comune europeo, secondo lei sarebbe abbastanza per rinunciare a un referendum sull’indipendenza?
«Non sarebbe sufficiente per me. Potrebbe bastare a qualche politico scozzese. Ma non accadrà. Dubito che la Scozia potrà mantenere l’accesso al singolo mercato, se la Gran Bretagna nel suo complesso decide di uscirne, come al momento sembra probabile».