sabato 5 novembre 2016

Repubblica 5.11.16
Wanda pigliatutto Anche Miss America e il Golden Globe diventano cinesi
Il gruppo di Pechino compra Dick Clark Operazione da un miliardo di dollari
di Angelo Aquaro

PECHINO. Miss America ha già un nome e il suo nome è Wanda. Solo che Wanda è cinese e di americano non ha più niente tranne l’indirizzo: Michigan Avenue, Atlantic City, New Jersey. Addio ai sogni sexy lunghi quasi un secolo di fantasie yankee. Addio anche al mito tutto americano dei Golden Globe, l’anticamera degli Oscar, e pure e degli American Music Awards: anche loro finiti nelle braccia di miss Wanda insieme con l’intera, o quasi, Dick Clark Productions. E anche qui: è un altro piccolo grande pezzo della storia dell’Occidente che viene rapito a Oriente. Perché Dick Clark è stato il presentatore da leggenda della tv americana, l’uomo che lanciò sul piccolo schermo da Tina Turner ai Talking Heads. Fu lui, disse Paul Anka, il cantore di “Diana”, a inventare la “youth culture”, la cultura giovanile.
Ed è per questo che il miliardo in dollari che Wang Jianlin, l’uomo più ricco di Cina, ha messo sul piatto di Eldridge Industries più che di un buon affare ha il sapore di un’offerta che non si può rifiutare: prendere o prendere. Un atto di guerra: per di più combattuto con le armi di distruzioni di massa. Solo tre anni fa la stessa Dick Clark era stata acquistata dal fondo Guggenheim per 380 milioni di dollari. Oggi trasloca per un prezzo quasi tre volte tanto. Senza considerare che fuori dal deal restano ancora due gioiellini targati come Billboard e The Hollywood Reporter, cioè la bibbia rispettivamente di musica e cinema: fino a quando a piede libero?
L’amministratore delegato Allen Shapiro e il presidente Michael Mahan non potevano che benedire l’affare: «Abbiamo fiducia nel nostro piano di sviluppo e Wanda condivide la nostra visione e il nostro entusiasmo». E come no. Wanda già condivide un bel po’ delle visioni del popolo americano: nel senso che possiede la catena cinematografica Amc e una bella stecca di una società che non per niente si chiama Legendary Pictures e ha prodotto cultissimi tipo Godzilla e Jurassic World. Normale che laggiù al Congresso Usa qualcuno cominci a chiedersi se lo shopping cinese nei media non metta a rischio la sicurezza nazionale. Del resto lo shopping orientale negli Stati Uniti non accenna a fermarsi.
Mister Wang, dall’alto dei 32 miliardi di valore che gli assegna Forbes, costruiti prima grazie all’edilizia e poi alle avventure nei media, è imprenditore più che accorto, e poche settimane fa ha avuto anche il coraggio di alzare la voce sottolineando al governo i rischi della bolla immobiliare. Però è un anche un membro ascoltatissimo del comitato centrale del partito comunista cinese e la sua fortuna è schizzata nel giro di una decina d’anni da quando alle sue spalle sono apparsi un paio di investitori riconducibili al potentissimo Politburo: o così almeno ha ricostruito il New York Times mica per caso costretto a sloggiare da Pechino.
Anche per ingraziarsi gli americani adesso il signore di Wanda ha invitato le major a venire a girare in Cina: a prezzi ovviamente da offerta. E chissà che ne sarà dell’ultima produzione Legendary Pictures, quella “Grande Muraglia” con Matt Damon accusato qui di impersonare il solito colonialista bianco. Sì, in quel miliardo staccato per Dick Clark c’è molto di più che il senso per gli affari.
Dopo aver comprato i diritti di mezzo sport attraverso Infront, oggi Wanda completa la conquista del nostro immaginario. Per la cronaca, è sempre il solito mister Wang ad aver lanciato l’attacco al più rappresentativo dei loghi d’America, Walt Disney, aprendo in Cina una serie di città dell’intrattenimento. E indovinate chi ha chiamato a dirigere i suoi parchi da divertimento? L’ex capo di Disneyworld. Altro che Miss America: Miss Wanda sì che sa come far girare la testa all’Occidente.