Repubblica 28.11.16
Il M5S pronto a processare Raggi. Dopo domenica
Dai big del Movimento difese d’ufficio della sindaca, almeno fino al referendum
Roma sprofonda all’88esimo posto nella classifica della qualità della vita nelle città
La base chiede a Grillo di intervenire
di Mauro Favale
ROMA.
A Beppe Grillo non serviva la certificazione della ricerca
targataItalia Oggi-Università La Sapienza per prendere coscienza che a
Roma si vive male. A sperimentare, ad esempio, la qualità delle strade
c’ha pensato lui stesso sabato, quando è finito per terra dopo essere
inciampato in una buca durante il corteo del M5S per il No al
referendum.
Un capitombolo che ha evidenziato le difficoltà di chi
ogni giorno attraversa la capitale alle prese da anni con gli stessi
problemi. «Abbiamo riattivato gli appalti ma le procedure sono lunghe»,
si è giustificata Virginia Raggi, sindaca da metà giugno. Toccherà a lei
provare a far risalire la classifica alla capitale, sprofondata secondo
gli indicatori del quotidiano economico all’88esimo posto per qualità
della vita, perdendo in un anno (tra la cacciata di Ignazio Marino, gli
otto mesi di gestione commissariale e l’avvio della giunta M5S) ben 19
posizioni, 31 se rapportate al 2014. Toccherà a lei porre un freno al
precipitare della sicurezza (106° posto), dei parametri del disagio
sociale (dal 42° al 58° posto) e del tenore di vita (dal 94° al 103°).
E, infine, toccherà a lei provare a riscaldare il cuore degli attivisti
M5S che al termine del corteo di due giorni fa hanno chiesto a Grillo:
«Beppe, a Roma ci devi mettere le mani, dai tu un indirizzo».
Un
appello che il leader potrebbe far pesare a gennaio, il mese scelto alla
fine dell’estate per fare “un tagliando” alla sindaca di Roma. Nel
frattempo potrebbero venire al pettine alcuni nodi sui quali al momento
l’M5S fa melina, a partire dalle vicende giudiziarie che riguardano la
sindaca, scivolata fin dal suo insediamento sulle nomine. Nel Movimento
considerano quasi scontata l’iscrizione di Raggi nel registro degli
indagati dopo il fascicolo aperto dai pm sulla promozione di Salvatore
Romeo a capo segreteria o su quella di Raffaele Marra. «Se quei pasticci
li avesse fatti il Pd li avremmo massacrati », ha detto Grillo più
volte ai suoi parlamentari.
La linea, all’esterno, resta quella di
difendere la sindaca. Ieri c’ha pensato Luigi Di Maio a dire che «Raggi
ha rimesso in moto una macchina ferma». Sul palco di piazza della Bocca
della Verità, due giorni fa, Grillo ha abbracciato la sindaca (dopo
averla bacchettata per le buche) e le ha regalato il grande cuore di
plastica rosso retto per tutto il corteo. Dietro, però, nel backstage, i
presenti raccontano di una sindaca isolata che quasi non ha scambiato
battute con nessuno. L’unica parlamentare che le è rimasta vicino in
questi mesi, per seguire le vicende di Acea, è Federica Daga. Gli altri,
morto e sepolto il minidirettorio, l’hanno lasciata sola, salvo poi
essere costretti a difenderla in tv per evitare che le sue vicende
mettano troppo in difficoltà il Movimento. E mentre nel M5S si notano le
assenze al corteo di sabato (solo 10 consiglieri su 29 e, per la
giunta, presente solo l’assessora Paola Muraro), Raggi dà la colpa del
peggioramento della qualità della vita a Mafia capitale e ai tagli del
governo. Lo stesso governo a cui batte cassa: «Ci aspettiamo che stipuli
un Patto per Roma, così come ha fatto per Milano: i romani lo
attendono». Difficile che si muova qualcosa prima del 5 dicembre.