Repubblica 25.11.16
Statali, contratto in arrivo si tratta su 85 euro in più
di Rosaria Amato
ROMA.
C’è l’ombra del referendum anche sul contratto della pubblica
amministrazione. Dopo una fitta serie di incontri informali, il governo
ha accelerato, e ieri sembrava tutto pronto per la firma. Il ministro
Marianna Madia aveva espresso l’auspicio che si aprisse «una giornata
produttiva e proficua per segnare un risultato importante per il nostro
Paese, per la P.a., per i cittadini e i lavoratori pubblici». Ma poi al
tavolo con Cgil, Cisl, Uil, mentre l’Usb protestava sotto le finestre
del ministero della Funzione Pubblica contro la propria esclusione, la
trattativa si è arenata su due questioni: l’entità dell’aumento
contrattuale e in generale delle risorse stanziate per la P.A. e
l’estensione dell’abrogazione della legge Brunetta anche alla scuola, in
modo da riportare una serie di materie importanti nell’ambito della
contrattazione, a cominciare dagli accordi di secondo livello.
Quanto
all’aumento, tutti d’accordo sul fatto che si tratti di 85 euro, si è
sempre parlato di questa cifra. Ma per Madia si tratta di un aumento
medio pro capite, i sindacati invece insistono perché non si scenda al
di sotto di questa cifra per nessun dipendente. Con alcune sfumature,
però: la posizione dei confederali è unica, ma Cgil e Uil appaiono
trincerarsi con maggiore forza sulla cifra. «Noi confermiamo la nostra
rivendicazione di un incremento non inferiore a 85 euro e chiediamo che
l’equilibrio tra legge e contratto valga per tutti. - dice il segretario
confederale della Uil Antonio Foccillo - Il nostro auspicio è che nelle
prossime ore si possa sbloccare, finalmente, questa pluriennale
irrisolta vertenza ». E infatti il contratto degli statali è fermo dal
2009, una ragione di più per chiudere senza «fare guerre ideologiche»,
auspica il segretario confederale della Cisl Maurizio Bernava. «Non sono
nodi insormontabili - obietta -. S’è fatto un gran bel lavoro, siamo
molto avanti rispetto a quello che volevamo. Sarebbe assurdo vanificare
tutto. Invece bisogna dare fiducia al Paese, e questa è un’intesa che dà
fiducia, parla un linguaggio positivo dopo anni di umiliazioni e di
aggressione alla pubblica amministrazione».
La trattativa è
sospesa: potrebbe riaprirsi in qualunque momento, e in effetti i
sindacati si aspettavano già di essere richiamati dopo il Consiglio dei
ministri che tra l’altro ha dato il via libera al decreto sulla
dirigenza pubblica. Il fatto che non si sia tornati al tavolo è un segno
delle difficoltà del governo: partire da un aumento minimo anziché
medio di 85 euro significa probabilmente impiegare totalmente i 1900
milioni del Fondo della P.A., e invece ci sono altre esigenze in campo,
tra le quali quella dell’estensione degli 80 euro ai dipendenti delle
forze dell’ordine. E infatti i sindacati chiedono anche di sapere quali
siano le risorse messe in campo dalla legge di Bilancio per il 2017 e il
2018. Cisl e Uil chiedono di tornare al tavolo, in fretta, sapendo che
slittare a dopo il refendum vanificherebbe un risultato ormai a portata
di mano. La Cgil al momento non si pronuncia.