Repubblica 25.11.16
Il liceo occupato sgomberato dai genitori
Roma, dura poche ore la protesta in una scuola dei Parioli. “Sono venuti a riprendersi i figli a schiaffi e spintoni”
Un’alunna dell’Azzarita “Hanno forzato la porta. Così noi abbiamo avuto paura e siamo scappati”
di Viola Giannoli
ROMA.
Più dei manganelli della celere, stavolta hanno fatto gli schiaffi dei
genitori. Al liceo Azzarita di Roma, nel bel quartiere dei Parioli, sono
arrivati loro, mamme e papà, a “sgomberare” i figli per far cessare
l’ennesima occupazione. Poche quest’anno, a dir la verità, rispetto alle
grandi ondate del passato, quando il contagio della protesta sembrava
inarrestabile, dal centro alla periferia; e brevi, rimaste in piedi al
massimo due giorni, fino ai blitz delle forze dell’ordine allertate dai
presidi che hanno scelto la linea dura o dei genitori che sono andati a
riprendersi i ragazzi fin dentro le aule e i corridoi.
È andata
così, mercoledì pomeriggio, nel liceo scientifico tra villa Ada e viale
della Moschea. Per la terza volta in 24 ore, i ragazzi hanno provato a
prendere in mano l’istituto: «Abbiamo invaso il cortile e proclamato
l’occupazione », racconta una studentessa. Nella scuola solo un
centinaio di ragazzi, che però giurano: «Nei giorni precedenti al blitz
avevamo raccolto più di 200 firme». Su circa mille studenti.
Insieme
alle volanti, sono arrivati anche i prof e il preside che ha convocato i
genitori d’urgenza per una riunione straordinaria. E mentre i figli
occupavano il piano terra e gli ultimi piani, al primo mamme e papà
denunciavano la perdita di giorni di scuola chiedendo a gran voce
un’autogestione concordata con i docenti. «A un certo punto abbiamo
sentito dei colpi alla porta che avevamo barricato — prosegue la
studentessa — Erano alcuni genitori che, forzando la porta, sono
riusciti a entrare, urlando di andar via, cercando i figli,
spintonandoli. Qualcuno ci ha preso anche uno schiaffo... Noi, i più
piccoli, ci siamo spaventati e siamo scappati».
Gli ultimi
rimasti, i più grandi, sono stati fatti uscire dalle forze dell’ordine,
intervenute nel tardo pomeriggio. Ma lo sgombero era fatto. Già da oggi
si tornerà sui banchi, «ma saranno due giorni di confronto con i ragazzi
per evitare il muro contro muro con i docenti e capire le ragioni del
loro disagio — spiega il preside, Roberto Gueli — Hanno sbagliato,
volevano attirare l’attenzione e in qualche modo ci sono riusciti. Ma
non hanno fatto danni, hanno rispettato le aule, i laboratori.
L’intervento delle forze dell’ordine, però, è stato necessario, anche
per evitare il peggio».
Dialogo, dunque, ma anche tolleranza zero
davanti alle proteste radicali, indebolite quest’anno nei numeri e nella
forza dei contenuti. Anche a San Lorenzo, quartiere a forte tradizione
“rossa”, è stata la polizia a fare irruzione al liceo Machiavelli,
stroncando dopo poche ore la mobilitazione e facendo scattare la
denuncia per alcuni studenti. Al Montessori sono piovute le sanzioni
disciplinari. Al Morgagni di Monteverde, vicino a Villa Pamphili, gli
agenti sono entrati in piena notte, assieme alla preside. Gli studenti
qui parlano addirittura di «foto, video, minacce, urla, atteggiamenti
aggressivi e offensivi». Una tensione che, secondo la questura, che
sarebbe intervenuta per gli schiamazzi e la musica alta, non c’è mai
stata. Ma lo striscione “liceo occupato” non sventola più.