il manifesto 25.11.16
Occhi puntati sul voto all’estero
No!.
Sarà rigorosa la vigilanza anche durante lo spoglio delle schede,
pronti a denunciare qualsiasi irregolarità, indipendentemente dall'esito
di Giulia Sbarigia
Da
Gentiloni alla Farnesina l’altra sera è andata anche una delegazione
del Sì. Un pro-forma che però non cambia il segno di un incontro che era
stato chiesto dai comitati per il No a causa delle «iniziative
improprie» messe in atto dal fronte del Sì, anzi da Matteo Renzi fattosi
uno e trino: capo del governo, segretario del Pd, principale
testimonial del Sì. Pressioni indebite sul voto estero che non potevano
non suscitare forti preoccupazioni.
Il governo ha utilizzato tutti
i mezzi a disposizione, potendo fare uso delle facilitazioni che gli
vengono dall’avere ministri e personale diplomatico non sempre, forse,
attento alla necessaria neutralità. Pressioni, per altro, al servizio di
una propaganda ingannevole, come quando si manda una (costosissima)
lettera agli italiani all’estero «dimenticando» di dirgli che non
eleggeranno più i senatori. Nel corso dell’incontro i rappresentanti dei
Comitati per il No (Quagliariello, Brunetta, Calvi, Grandi) hanno
illustrato le anomalie riscontrate nel voto, raccolte in un dossier.
Anomalie che il ministro Gentiloni ha accettato di esaminare, prendendo
l’impegno di mettere a disposizione un indirizzo mail al quale segnalare
le situazioni di irregolarità con la promessa di rispondere e, se
necessario, intervenire. Gentiloni ha anche dichiarato di aver chiesto
al personale diplomatico di garantire un atteggiamento neutrale.
Resta
che da anni viene denunciato come le modalità di voto degli italiani
all’estero non garantiscano un voto segreto, personale e libero. Al
ministro Gentiloni il Comitato per il No ha assicurato che metterà in
campo una rigorosa vigilanza sia durante il voto che durante lo spoglio
delle schede, pronto a denunciare qualsiasi irregolarità. Qualunque sia
l’esito del voto, per il Comitato per il No l’indebita pressione
politica e psicologica esercitata dal governo sugli italiani all’estero
non potrebbe, in ogni caso, giustificare risultati troppo diversi
rispetto al voto nazionale, cosa per altro che non si è mai verificata
in occasione di precedenti consultazioni referendarie. Ove ciò accadesse
sarebbe inevitabile una valutazione attenta e iniziative conseguenti,
compresi eventuali ricorsi in sede di verifica dei risultati del voto.
Ma
il Comitato è oggi ancora più fiducioso che anche all’estero possa
prevalere il No, così come sul territorio nazionale. Non perché lo
dicono i sondaggi, ma perché questa è la risposta che arriva dai
cittadini incontrati nel corso della campagna elettorale.