Repubblica 24.11.16
Salviamo la magia che rende complici grandi e piccoli
Se volete che i vostri figli continuino a credere a Babbo Natale, teneteli lontani da The Lancet Psychiatry.
di Marino Niola
Se volete che i vostri figli continuino a credere a Babbo Natale, teneteli lontani da The Lancet Psychiatry.
Che
 ha scomunicato Santa Claus in quanto farebbe perdere ai bambini ogni 
fiducia negli adulti che li hanno ingannati. E poi perché la rottura 
dell’incanto li deluderebbe troppo. Come dire: per non restare scottati,
 meglio non innamorarsi. Una tesi imbarazzante.
In
 realtà, proprio perché viviamo un tempo che costringe i piccoli a farsi
 precocemente grandi, è importante che esistano figure fantastiche 
dispensatrici di premi e castighi. Prima o poi tutti scopriamo che Babbo
 Natale e la Befana sono i nostri genitori. Ma la rivelazione non può 
essere anticipata e immediata. Deve essere un’iniziazione graduale, 
nella quale ci si lascia alle spalle il mondo incantato della favola, 
per varcare la soglia della realtà. C’è una fase delicata in cui i 
bambini cominciano a intuire la verità, ma non vogliono saperla. È il 
momento della massima complicità tra grandi e piccoli per mantenere un 
segreto che, in realtà, regge la catena delle generazioni. Chi ha subìto
 la fascinazione del mistero, lo custodirà a sua volta, per farsi 
iniziatore dei propri figli.
Questo attacco 
subito da Babbo Natale non è peraltro il primo. Alla fine degli anni 
Cinquanta fu processato sulla piazza di Digione da parte delle autorità 
ecclesiastiche. Le accuse erano magia, superstizione e consumismo. La 
condanna, il rogo.
Proprio come gli 
intransigenti sacerdoti d’oltralpe, i saccenti psicologi di Lancet 
sottovalutano l’utilità e la profondità di questo vecchio dalla barba 
bianca e della sua slitta carica di sogni. Insomma, lasciamo scegliere 
ai bambini se e fino a quando credere a Babbo Natale. Non neghiamogli il
 diritto allo stupore infantile. Che, preso nella giusta dose, fa bene 
anche agli adulti. Soprattutto se scrivono su Lancet.
 
