giovedì 24 novembre 2016

Repubblica 24.11.16
Podemos e la sindaca il minuto di silenzio che divide la Spagna
L’ex primo cittadino di Valencia muore d’infarto Era sotto inchiesta. I viola: “Da noi nessun omaggio”
di Alessandro Oppes

Rita Barberá aveva guidato la città con i popolari 24 anni. Ora era senatrice
Deputati di Podemos lasciano la Camera prima del minuto di silenzio per Barberà

MADRID. L’infarto all’alba, in una stanza d’albergo a Madrid, proprio di fronte all’edificio delle Cortes. Poi il tentativo disperato di rianimarla con un massaggio cardiaco. Tutto inutile: Rita Barberá, per 24 anni sindaca di Valencia, da pochi mesi senatrice, è morta mentre, a poche decine di metri di distanza, cominciava tra lo sconcerto una seduta del Parlamento. Mondo politico sotto shock tra imbarazzi e polemiche. Personaggio storico della destra spagnola, molto legata prima a José Maria Aznar e poi a Mariano Rajoy, Barberá era caduta in disgrazia dopo aver perso lo scorso anno la guida del governo della sua città. Era sotto inchiesta per diversi scandali di corruzione che hanno travolto la classe dirigente del Partito Popolare valenciano. E appena quarantott’ore prima dell’infarto aveva dovuto testimoniare davanti ai giudici del Tribunale Supremo per un’accusa di riciclaggio. Per questo ieri mattina, quando la presidente delle Cortes Ana Pastor, con la voce rotta dall’emozione, ha invitato i deputati a osservare un minuto di silenzio in memoria della politica scomparsa, i parlamentari di Podemos si sono assentati dall’aula. Una decisione già in sè molto polemica, inasprita in seguito dalle spiegazioni del leader Pablo Iglesias: «Un minuto di silenzio è un omaggio postumo, forse avrebbe più senso rendere omaggio alle vittime della povertà energetica (giorni fa un’anziana è morta nell’incendio provocato da una candela accesa dopo che la compagnia elettrica le aveva tagliato la corrente, ndr) o della corruzione ».
In realtà il gesto clamoroso di Podemos si è limitato alla sola Camera. Al Senato — l’assemblea di cui Barberá faceva parte — i rappresentanti del partito “viola” hanno osservato il minuto di silenzio. E lo stesso è avvenuto al municipio di Valencia, dove la giunta di sinistra ha proclamato tre giorni di lutto cittadino per la sindaca che è stata l’artefice della trasformazione della città negli ultimi decenni. A Madrid, in Parlamento, gesti di rispetto anche dai tradizionali nemici storici: dal Psoe a Compromís, il partito locale di Valencia che più di tutti l’aveva combattuta.
Ma a inasprire il tono di una polemica che ha segnato in modo pesante le ore successive alla morte della sessantottenne dirigente politica sono stati proprio i suoi ex compagni di partito: “ex” perché il Pp, una volta confermata l’imputazione per un caso di corruzione da parte del Tribunale Supremo, aveva fatto pressioni su Barberá perché rinunciasse al seggio da senatrice. Lei aveva rifiutato, optando per lasciare il Pp e passando al gruppo misto. Eppure ieri, dalla formazione della destra spagnola, sono partite dure critiche per il “linciaggio” al quale sarebbe stata sottoposta negli ultimi mesi l’ex sindaca. Parole pesanti soprattutto dal ministro della Giustizia Rafael Catalá e dal capogruppo del Pp alle Cortes Rafael Hernando. Ma l’ex premier José Maria Aznar ha sparato a zero proprio contro l’ipocrisia dei popolari: «Mi dispiace profondamente che sia morta dopo essere stata esclusa dal partito al quale ha dedicato tutta la vita».