martedì 22 novembre 2016

Repubblica 22.11.16
“Ma si rischia di minimizzare una scelta sbagliata”
Parla Gianfranco Girotti, reggente emerito della Penitenzieria apostolica
intervista di Orazio La Rocca

CITTÀ DEL VATICANO. «Ma c’è il serio rischio che il peccato di aborto ora possa essere minimizzato ». Pur con «tutto il rispetto che si deve a un gesto di così alta Misericordia voluto dal Santo Padre», c’è chi Oltretevere non nasconde di essere «preoccupato» per le «conseguenze» che possa provocare all’interno della Chiesa la facoltà concessa dal Papa nella Lettera Apostolica Misericordia et Misera.
Tra i pochi ad esternare i propri timori, l’arcivescovo Gianfranco Girotti, francescano, Reggente emerito della Penitenzieria Apostolica, il dicastero che giudica i grandi peccati (Delicta Graviora) del clero. Nonché, consultore delle Congregazioni per la Dottrina della Fede e per le Cause dei Santi.
Monsignor Gianfranco Girotti, perchè è tanto preoccupato?
«Prima di tutto va detto che il Santo Padre ha fatto un gesto di grande Misericordia perché, come ha sempre sostenuto, Dio perdona e accoglie chi si rivolge a Lui dopo essersi pentito. Per cui la Chiesa si deve aprire a tutti, specialmente a chi le tende una mano dopo aver sbagliato. Il vero problema è come potrà essere accolta e che reazioni genererà la Lettera del Papa, perché temo che ci sarà chi, sbagliando, minimizzerà la scelta di interrompere la gravidanza credendo di essere facilmente perdonato. È già successo e le reazioni negative non sono mancate».
Precisamente, quando è capitato?
«Successe quando papa Wojtyla estese a vescovi delegati la facoltà di assolvere dal peccato d’aborto. Ci furono polemiche e reazioni negative di chi nella Chiesa temeva che sull’interruzione della gravidanza si stava andando verso una forma di lassismo. Ora potrebbe succedere la stessa cosa, a scapito del vero significato del gesto del Santo Padre, e cioè l’affidamento alla Misericordia di chi si pente e chiede perdono. Perché Dio è più forte di qualsiasi peccato, aborto compreso ».
Quindi, secondo lei, sarebbe stato meglio lasciare la condanna di scomunica per l’aborto?
«No, ma è innegabile che la fermezza della Chiesa nel condannare l’aborto è stata una forma di deterrenza. Ora, avere a disposizione qualsiasi sacerdote per essere assolti potrebbe minimizzare il senso del peccato.
Cosa fare?
«I sacerdoti confessori dovranno essere ancora più responsabili e praticare con prudenza e discernimento la facoltà di perdonare simili colpe solo di fronte a sicuro pentimento nel solco di quella Misericordia promossa da papa Francesco con profetica passione e lungimiranza pastorale».