martedì 22 novembre 2016

Repubblica 22.11.16
Thomas Brussig, scrittore
“Angela è la guida di un mondo politico che sta svanendo”
Vedo troppo testosterone in politica: Putin Erdogan e ora Trump
intervista di T. M.

BERLINO. Nei romanzi e nelle sceneggiature di Thomas Brussig la cesura più drammatica della Germania recente, la caduta del Muro, è raccontata sempre con esilarante spirito iconoclasta senza mai indugiare alla nostalgia per la Ddr. Ed è noto tra gli estimatori del grande scrittore berlinese ci sia anche Angela Merkel. In quest’intervista, Brussig spiega cosa significa la quarta candidatura della cancelliera alla guida della Germania e cos’è cambiato in questi suoi undici anni di regno incontrastato. Lo scrittore spiega perché è meglio che il suo Paese esporti più scuole e meno carri armati. E perché viviamo in un’epoca di «troppo testosterone»: Soprattutto, Brussig prova a illuminarci sul perché i cancellieri tedeschi durano quanto un imperatore medievale mentre in Italia la fine della legislatura è ancora un miraggio.
Angela Merkel si ricandida, le reazioni sono molto diverse. Per alcuni, come Timothy Garton Ash, sarà la “guida del mondo libero” che dovrà salvare l’Europa, per altri rischia di fare danni alla Germania e al resto del continente per la nota tendenza al tentennamento.
«La cultura politica cui Angela Merkel appartiene sta scomparendo. Merkel è una persona che cerca convergenze e le sviluppa. Non credo che ciò danneggi la Germania o l’Europa. Ma se, condizionata dallo Zeitgeist, lo spirito del tempo, comincia a mancarle un riscontro per questo tipo di approccio, il suo talento rischia di andare sprecato. Non so se è la “guida del mondo libero”. So che il mondo libero si sta rimpicciolendo».
Come è cambiata la Germania in questi ultimi undici anni? Merkel cosa può darle, ancora?
«La Germania sta molto bene, economicamente, anche grazie all’Agenda 2010 decisa dal suo predecessore, Gerhard Schröder. Una scelta, peraltro, che gli costò l’incarico. Angela Merkel ha mostrato un gran cuore, nella crisi dei profughi. Proprio come accadde a Schröder, la cancelliera si sta attirando molti nemici per questo. Comunque, adesso è importante che riusciamo a garantire l’integrazione dei profughi ma anche a riconoscere i limiti della nostra possibilità di integrare. E che reagiamo di conseguenza».
Alcuni sostengono, sopratutto nel suo partito, che Merkel si sarebbe occupata troppo poco dell’Afd, nato e prosperato a destra dei conservatori tedeschi.
«La democrazia serve a creare spazi per le opinioni e per gli interessi più diversi. La questione dei profughi è sfaccettata e importante, quindi è necessario che nascano opinioni molto diverse sull’argomento. Che l’Afd rappresenti gli elettori conservatori che si sentono traditi dalla Cdu di Merkel, è tutto da dimostrare. Secondo me è solo un partito dei risentimenti ».
Molti chiedono da tempo che la Germania acquisti un ruolo più forte, al livello internazionale, e chiamano Merkel la “leader riluttante”, perché esita a rispondere a queste attese. Secondo lei ciò dovrebbe anche avvenire sul piano militare?
«La Germania ha smesso di pensare nel 1945 di dover avere un ruolo militare. E c’è da fidarsi del pacifismo dei tedeschi, direi. Se la Germania vuole contare di più nel mondo, fondi delle università o delle scuole tedesche all’estero, non delle basi militari».
Se Merkel vincesse le elezioni, potrebbe eguagliare il record di Helmut Kohl: sedici anni al potere. Merkel, Kohl, Adenauer… perché i cancellieri tedeschi durano tanto?
In Italia un governo che finisca una legislatura è un evento sovrannaturale.
«Credo che la differenza fondamentale tra tedeschi e italiani stia nel fatto che la classe politica in Italia è profondamente disprezzata dai cittadini. Certo, anche da noi in Germania i politici vengono presi in giro. Ma in fondo i miei concittadini sanno che vengono governati bene».
L’elezione del populista Donald Trump alla Casa Bianca la spaventa?
«Non ho paura di Donald Trump. Però diciamo che non sono entusiasta dei tempi in cui viviamo. Al momento vedo troppo testosterone nella politica: Putin, Erdogan, ora Trump. Stiamo attraversando un rinascimento anti liberale. In cui nascono partiti che si nutrono di istinti bassi, pregiudizi e teorie complottiste e riescono a diventare eleggibili, vanno al potere. Anche in Europa. Forse attraverseremo di nuovo una fase di egoismi nazionali. Ma un ritorno all’età delle guerre è inimmaginabile». ( t. m.)