Repubblica 21.11.16
L’ombra lunga di Marine Le Pen
Primarie. Grande l’affluenza alle urne quasi il doppio di quella registrata alle primarie di sinistra del 2011
Sconfitta la corrente populista, ridotta la liberale: ha prevalso la linea liberista in economia e severa sulla sicurezza
di Bernardo Valli
IL
FUTURO presidente dalla Repubblica francese potrebbe essere François
Fillon, 62 anni, ex primo ministro ed esponente liberal-conservatore
senza tracce populiste.
SE L’ONDA favorevole, di cui ha usufruito
negli ultimi giorni, l’accompagnerà al ballottaggio di domenica
prossima, e poi fino alle presidenziali di maggio, dovrà affrontare
Marine Le Pen, campione dell’estrema destra francese e del populismo
europeo. La corsa al Palazzo dell’Eliseo si annuncia tuttavia piena di
sorprese. Il successo di Fillon ne è già una. E non sarà la sola. Al
primo turno delle primarie di destra lui, che era praticamente fuori
gioco fino a una settimana fa, è arrivato in testa con il 44%, superando
di parecchie lunghezze il favorito Alain Juppé, rimasto al 28,1 ed
eliminando dalla corsa Nicolas Sarkozy, rimasto a un umiliante 21%. L’ex
presidente della Repubblica tentava la riconquista del palazzo
dell’Eliseo ed è stato sconfitto dal suo ex primo ministro. Subito dopo
avere conosciuto il mediocre quoziente ottenuto ha annunciato il ritiro
dalla vita politica.
La grande partecipazione alle primarie di
destra, aperte a chiunque versasse due euro, ha determinato il
risultato. Quasi 4 milioni di francesi sono andati alle urne, superando
l’affluenza (2 milioni e mezzo)alle primarie di sinistra del 2011
apparse allora eccezionali. Ed era la prima volta che si organizzavano
in Francia voti del genere già in vigore in Italia. Nicolas Sarkozy,
rappresentante della corrente populista, contava su un’affluenza
moderata, limitata per lo più agli iscritti al partito “I Repubblicani”
di cui lui ha il controllo. Una partecipazione più forte avrebbe
significato un afflusso di votanti di centro e di sinistra, privi di
candidati validi dei loro partiti e decisi a sbarrare la strada al
populista Sarkozy, la cui figura si è politicamente appesantita con la
vittoria di Donald Trump. La vera versione francese di Trump è
senz’altro Marine Le Pen, presidente del Front National. Ma per
recuperare i suoi voti Sarkozy ha rincorso il populismo della Le Pen,
che ricalcava in verità da tempo. Si capirà più tardi il peso avuto
dagli elettori di sinistra rimasti orfani (per la forte impopolarità del
presidente socialista François Hollande) e che hanno partecipato,
insieme ai centristi alle primarie aperte della destra. Sarkozy e i suoi
sostenitori se l’aspettavano e in più occasioni hanno minacciato di
considerare illegittime le elezioni se gli avversari avessero favorito
con le loro dichiarazioni un’irruzione di elettori estranei alla destra
repubblicana. Forse, ha lasciato capire Sarkozy, sarebbe in tal caso
venuto meno all’impegno di rispettare il risultato delle primarie
restando ugualmente nella gara presidenziale anche se perdente, come
libero battitore. Le smentite sono state tante e ferme, e comunque ieri
sera Sarkozy si è dichiarato fedele all’impegno, ha detto che sosterrà
al secondo turno François Fillon, il suo ex primo ministro, e poi
rinuncerà alla politica. Nel quartier generale di Sarkozy si seguiva il
numero dei votanti con apprensione e il superamento dei tre milioni c’è
stato l’annuncio della sconfitta.
Alle primarie si confrontavano
ieri tre correnti della destra repubblicana. Quella populista di Sarkozy
è stata sconfitta. Ma è stata ridimensionata anche quella liberale di
Alain Juppé. Ha prevalso quella liberista in economia e severa sui
problemi come la sicurezza e l’immigrazione. François Fillon è definito
un thatcheriano. La correttezza del linguaggio nei lunghi dibattiti
durante la campagna elettorale, l’eleganza nei comportamenti, la
discrezione, hanno contribuito alla veloce e inattesa ripresa nei
sondaggi. E l’hanno favorito rispetto al più anziano Juppé (71 anni),
forse troppo liberale, e all’agitato e radicale Sarkozy.
Il 27
novembre, domenica prossima, ci sarà il confronto Fillon-Juppé. Se
Sarkozy manterrà la promessa, e cercherà di riportare i suoi voti su
Fillon, quest’ultimo non avrà problemi per arrivare al finale di maggio,
quando il ballottaggio, stando ai pronostici, dovrebbe essere con
Marine Le Pen. Lo scarso quoziente ottenuto da Sarkozy fa tuttavia
pensare che egli non abbia un grande ascendente su quelli che considera i
suoi elettori. E quindi non è escluso che molti voti attratti dal
populismo si riversino sul Front National. La sfida non è conclusa.