Repubblica 18.11.16
Diciotto supplenti in undici mesi “Così i nostri figli non sanno contare”
Roma, all’elementare Ferrini non si riesce a trovare una maestra di matematica
E nelle ore di buco i bimbi finiscono anche nei corridoi
di Corrado Zunino
ROMA.
Gli scolari della Seconda B della scuola elementare Contardo Ferrini —
Roma Nomentana, media borghesia, ventinove classi — l’anno scorso, dopo
dodici supplenti di matematica cambiate ogni dieci giorni, erano
arrivati a contare fino a 50. Non oltre, e nient’altro. Quest’anno la
Terza B — li hanno promossi tutti, visto che le lacune contabili
dipendevano dal sistema e non dai discenti — con l’aiuto della maestra
d’italiano si sono spinti fino a 100 provando a osare le prime
addizioni, senza riporto. Esercizi alla lavagna a singhiozzo, apprendi e
disapprendi, riparti e fermati, visto che le supplenze, i tamponamenti,
le apparizioni di docenti temporanei o potenziati — nei primi due mesi
di scuola — sono già state sei. E sei le sparizioni. Diciotto insegnanti
su undici mesi in due stagioni scolastiche, ecco. La terribile
supplentite italiana, peggiorata in questa fase di conflittuale messa a
punto della Buona scuola, alla Contardo Ferrini di Roma è diventata una
patologia cronica e profonda. Da estirpare in fretta se non si vuole
regalare alle scuole medie un altro gruppo di preadolescenti in
catastrofico ritardo sulle scienze matematiche, vulnus storico della
didattica italiana.
Il racconto di una quotidianità di assenze in
classe per bimbi di otto anni scarsi — ci sono 10-12 ore a settimana tra
matematica, scienze e informatica — è affidato a una madre, Manuela
Magliocchetti, astrofisica preoccupata. «Assistiamo impotenti a un turn
over di insegnanti forsennato e a uno smistamento continuo dei nostri
figli in altre aule», spiega. «In classe, a inizio anno, si è presentata
una supplente ed è durata quattro giorni, quindi un’altra supplente,
maestra Stefania, e sono altri quattro giorni. Arrivano anche gli aventi
diritto, quelli che potrebbero tenersi la cattedra a vita, ma, non so
perché, da noi firmano e restano quattro giorni. Alcuni dicono che
intorno alla scuola non si trova parcheggio. Poi di nuovo una supplente
poco incline a fermarsi e ancora Stefania, intenzionata a restare fino a
fine anno. Neppure lei andava bene: contro la sua volontà è stata
scalzata da una supplente già in servizio alla Ferrini con un punteggio
più alto». Ha il punteggio alto, ma in Terza B non si presenta. Va
subito in malattia, e ci resta venti giorni. “Frattura al braccio”, la
diagnosi. «Si è fatta male a scuola, potrebbe chiedere i danni», fa
sapere la dirigente scolastica, Marina Esterini, arrivata lo scorso
settembre. In quei venti giorni per i bambini della 3B c’è il “baby
sitting” del maestro di turno preso da altre classi. Venerdì scorso i
maschietti vengono divisi per aule e messi seduti in fondo a vedere, a
“loop”, i video del rap “Andiamo a comandare”. Femminucce, “che tanto
sono buone”, nei corridoi. “Da sole, senza bidello, che sono sotto
organico”.
La speciale assenza, speciale e reiterata, della
Contardo Ferrini ha un vizio di origine. Un’insegnante di 49 anni, nata a
Pistoia, in cattedra a Treviso per la prima volta nel 2001 e che dal
settembre 2009 ha ottenuto l’assegnazione alla scuola romana e dall’anno
successivo ha alternato aspettative a malattie. “Motivi di lavoro,
personali e di studio”. Ha avuto, l’insegnante di primaria, assegnazioni
in altri istituti di Roma e a Foggia, ma non ha mai lasciato il ruolo
alla Ferrini e negli ultimi cinque anni ha insegnato davvero poco.
“Coniuge in servizio all’estero”, legge 26/80 poi aggiornata dalla
333/85. “Tutto a rigor di legge”, spiegano fonti del ministero
dell’Istruzione, “ma l’utilizzo di massa di queste forme di aspettativa,
e delle assegnazioni provvisorie, sta mettendo in difficoltà la scuola
italiana”. L’Ufficio scolastico del Lazio fa sapere che molte docenti
campane, calabresi e siciliane prendono la cattedra a Roma e chiedono
subito l’assegnazione provvisoria vicino a casa. Dice il direttore
generale Gildo De Angelis: «Quest’anno solo per le elementari 750
insegnanti hanno ottenuto la possibilità di rientrare a stagione
iniziata. Su Roma avevamo coperto tutti i ruoli, dobbiamo ripartire da
capo». I bimbi della Terza B l’hanno scorso avevano maturato
un’instabilità matematica e pure emotiva. «Ho ascoltato io», è sempre la
madre Manuela, «un bambino fermare una supplente e dirle: ti prego,
dicci che sei te finalmente la nuova maestra». Ora la preside promette
che martedì prossimo si insedierà la supplente definitiva, forse quella
con il braccio rotto.