venerdì 11 novembre 2016

Repubblica 11.11.16
D’Alema scommette: “Il Sì sarà travolto”
L’anti-Leopolda a Firenze 1000 persone al dibattito nel teatro della kermesse renziana
di Ernesto Ferrara

FIRENZE. «Penso che la risposta alle polemiche della Leopolda arriverà il 4 dicembre: il rischio è che il Sì venga non tanto superato ma travolto. E io mi accontento di quello». Sceglie il teatro Obihall di Firenze per tornare in campo, Massimo D’Alema. Il teatro delle kermesse renziane, quello dove il premier qualche settimana fa aprì la campagna del Sì e dove festeggiò la vittoria del 2013 alle primarie contro Cuperlo. E non a caso, anche se il suo esordio è «io non devo sfidare nessuno», ha proprio il senso di una sfida in casa-Renzi la missione fiorentina di D’Alema, sul palco con lo storico dell’arte Tomaso Montanari e il costituzionalista Ugo De Siervo davanti a mille persone. Sabato scorso alla Leopolda forse il più forte degli applausi a Renzi arrivò proprio dopo una citazione di D’Alema, e anche se era lontano dall’Italia l’ex premier se ne era accorto: «Il coro dei “fuori-fuori”? Mi dicono che non erano tanti a urlare, vorrei sdrammatizzare, ma certo c’era una carica di faziosità e intolleranza che normalmente è segno di debolezza. Io iscritto fra i rancorosi che vorrebbero tornare al potere? Le ultime ricerche danno l’elettorato di centrosinistra diviso a metà, il rischio è che i Sì vengano travolti. A me interessano le cose sostanziali. Mi interessa convincere il più grande numero di persone possibile che questa riforma è inutile, dannosa e sbagliata».
In sala ci sono deputati del Pd come Tea Albini e Filippo Fossati, ci sono consiglieri regionali e comunali dem toscani, anche dirigenti di Sinistra Italiana e della Cgil. L’accordo sull’Italicum-bis siglato da Cuperlo non piace in platea, dove gira un appello che presto sarà presentato, un manifesto di cuperliani per il No. Lo stesso D’Alema boccia il compromesso in casa Pd: «Non risolve nulla, non mi pare che quella mezza paginetta contenga una proposta ragionevole di legge elettorale».