Pagina
99 19.11.2016
l’Italia
che non sa istruire i migranti
Ritardi
| Siamo il fanalino di
coda
nell’educazione terziaria
dei
nati all’estero. Lo dice un
rapporto
della Commissione Ue
di
Silvia
Kuna Ballero
L’intensificarsi
del fenomeno dei migranti in Italia porta con sé anche il problema
della loro scarsa scolarizzazione. Secondo il recente rapporto della
Commissione Europea, in Italia nel 2015 solo il 14,4% dei nati
all’estero (tra i 30 e i 34 anni) ha conseguito un diploma
d’istruzione terziaria (laurea o formazione professionale); in
crescita rispetto al 2012 (11,4%), ma sempre in coda all’Europa.
Della scolarizzazione degli immigrati si occupano i Centri
Provinciali per l’Istruzione degli Adulti (Cpia) che nel 2014 hanno
sostituito i Centri Territoriali Permanenti (Ctp). I Cpia erogano
corsi per l’alfabetizzazione, il conseguimento della licenza media
e l’inserimento in scuole superiori per studenti di qualunque
nazionalità che abbiano compiuto i 16 anni. Oggi il territorio
italiano conta 126 sedi, a cui afferiscono circa 1.800 plessi
distaccati. Secondo il professor Emilio Porcaro, dirigente del Cpia
di Bologna, la transizione è stata positiva: «Mentre i Ctp erano
un’attività a latere delle scuole, ora disponiamo di istituti con
un proprio dirigente scolastico e un’organizzazione autonoma
destinata unicamente all’utenza adulta e carceraria». Di certo non
mancano le criticità. Secondo Porcaro «il problema principale è
logistico. Avremmo bisogno di edifici dedicati, che conferiscano
un’identità ai centri, anziché di spazi ricavati in altre scuole.
Occorrono inoltre insegnanti formati nella didattica per competenze
in un pubblico adulto, eterogeneo, perlopiù straniero». Gli
immigrati costituiscono infatti oltre il 70% degli studenti. «Man
mano che i docenti con esperienza dei Ctp vanno in pensione, i nuovi
arrivati, spesso precari, si trovano di fronte a una realtà a cui
non sono preparati. Per non parlare dell’educazione carceraria, che
richiede una consapevolezza particolare». Anche le nuove tecnologie
sono fondamentali in questo ambito: «Poiché non adottiamo libri di
testo, è importante dotarsi di una lavagna interattiva multimediale
connessa a Internet. A Bologna tutte le classi dispongono di una Lim,
altrove purtroppo non è così », spiega Porcaro. Il monitoraggio
nazionale è ancora in corso, ma si parla di numeri in crescita. «Nel
2015, 370 nostri alunni hanno conseguito la licenza media, quest’anno
sono stati 420. Riceviamo oltre duemila iscrizioni all’anno, numeri
superiori a quelli dell’istruzione mattutina». E il tasso di
abbandono? «Circa uno studente su tre non conclude il percorso, ma
il dato va contestualizzato », precisa il dirigente del Cpia
bolognese. «Alcuni immigrati non proseguono perché sono trasferiti
in un’altra comunità, e un discorso analogo vale per i carcerati».