La Stampa TuttoScienze 2.11.16
Le carezze della mamma accanto all’incubatrice
di Franco Giubilei
I
bambini nati prematuri - soprattutto i piccoli dati alla luce prima di
32 settimane e sotto il chilo e mezzo di peso - nei reparti di terapia
intensiva sono sottoposti a dolore e stress che possono danneggiarne lo
sviluppo. Ecco perché la presenza dei genitori fra incubatrici e sonde
per l’alimentazione giocano un ruolo prezioso: le coccole sono un aiuto
importantissimo per la salute e la crescita dei neonati, oltre che per
scongiurare danni cerebrali.
È la filosofia che ispira le pratiche
della struttura complessa di Neonatologia del Policlinico di Modena,
primo e per ora unico centro «Nidcap» italiano, acronimo che sta per
«Neonatal individualized developmental care and assessment program»: si
tratta del metodo elaborato all’Harvard Medical School di Boston da
Heidelise Alse che prevede, appunto, una partecipazione attiva dei
genitori alle cure.
«Madre e padre sono invitati a entrare nel
reparto fin dal primo momento e a starci il più a lungo possibile -
spiega Fabrizio Ferrari, direttore della Neonatologia e del centro di
Modena, che ha ospitato il meeting dedicato a queste tematiche -.
Tengono la mano al piccolo e gli cambiano il pannolino o gli fanno il
bagnetto. La madre tiene il bimbo sul seno, pelle a pelle. Tutto questo
promuove il benessere e diminuisce il dolore, che a sua volta causa uno
stress nocivo per lo sviluppo cerebrale».
I benefici sono
evidenziati dai monitoraggi, che registrano miglioramenti nella
frequenza cardiaca, nella respirazione e nella presenza di ossigeno nel
sangue. Quando poi il bambino riesce a dormire, è segno che la cura
funziona appieno. Il follow-up a 3-4 anni dimostra l’efficacia di questi
interventi per il quoziente di sviluppo e il «Nidcap» di Modena svolge
opera di formazione per il Gaslini di Genova e il Careggi di Firenze.
Oltre a far star meglio i neonati - la percentuale di prematuri sotto i
1500 grammi si aggira fra l’1 e il 2% dei nuovi nati -, il metodo ha
effetti positivi sui genitori: «Sono pieni di preoccupazioni - aggiunge
Ferrari - mentre chi segue il nostro programma è più tranquillo e non va
incontro a sensi di colpa».