La Stampa 8.11.16
Il rivoluzionario non molla il potere
Ortega trionfa, la moglie sarà vice
di Filippo Femia
«Come
durante la dittatura hanno scambiato le cifre dell’astensione e
dell’affluenza: una magia». La polemica sul voto in Nicaragua è
riassunta con ironia da Carlos Chamorro, direttore di «El Confidencial».
La rielezione di Daniel Ortega al terzo mandato consecutivo non è mai
stata in discussione. La vera sfida era contro l’astensione, dopo che
l’opposizione aveva chiamato al boicottaggio della «farsa elettorale». A
urne chiuse si è scatenata una guerra di numeri. Secondo il Consiglio
elettorale l’affluenza è stata superiore al 65%, con gli astenuti
intorno al 30%. L’opposizione ha respinto i dati ufficiali, calcolando
un’astensione del 70%. Numeri quasi uguali, ma opposti. Alla fine i
risultati parlano di un trionfo (72,5%) del Fronte sandinista di
liberazione nazionale (Fsln) guidato da Ortega.
Ex guerrigliero,
71 anni tra pochi giorni, il «comandante» è popolarissimo in Nicaragua,
specie tra i più poveri. L’assistenzialismo statale - finanziato dalle
generose iniezioni del petrolio venezuelano - gli ha garantito un ampio
appoggio. Ma sono sempre di più, a partire dai delusi ex compagni di
armi, a pensare che Ortega ha tradito la rivoluzione e ora somiglia ad
Anastasio Somoza, il dittatore che lui stesso ha rovesciato nel 1979. Un
dato è innegabile: alla fine del nuovo mandato, nel 2022, il leader
sandinista avrà trascorso 15 anni consecutivi al potere. Un «regno»
senza precedenti, anche tra i dittatori della famiglia Somoza.
Ortega
ha modificato la Costituzione per abolire il limite di mandati
consecutivi e fatto estromettere 28 deputati dell’opposizione
dall’Assemblea. Oggi gira in lussuose Mercedes blindate e controlla
tutti i gangli del potere - Parlamento, Corte suprema e forze armate -
e, attraverso i figli, tv, giornali e compagnie petrolifere. «Ora si è
assicurato la successione dinastica», accusa Gioconda Belli, scrittrice
nicaraguense ed ex militante del Fronte. Il riferimento è a Rosario
Murillo, moglie di Ortega eletta vicepresidente dopo le manovre del
marito. Una situazione descritta dal «New York Times» con un paragone
poco invidiabile: una coppia presidenziale che sembra uscita dalla
sceneggiatura di «House of Cards».