La Stampa 8.11.16
L’Antidiplomatico, così un sito divulga la linea filo-russa del M5S
Nato dall’uomo dello staff di Di Battista. Tra i collaboratori fissi spunta Achille Lollo
di Jacopo Iacoboni
Non
avendo pronta una chiara linea geopolitica, e un network sperimentato
di interlocutori, la politica estera del Movimento cinque stelle della
prima fase, tra la nascita (2009) e lo Tsunami tour (2012-2013), s’è
sempre risolta nelle visite - più o meno estemporanee - di Beppe Grillo
alle ambasciate. L’ambasciata tedesca, quella americana, il consolato
americano, cominciarono a manifestare anni fa curiosità per questo
«comedian» trasformatosi in agitatore politico di folle. Volevano
capire. Annusavano. Alla vigilia delle elezioni del 2013 sollevarono un
caso le parole pronunciate il 13 marzo dall’ambasciatore Usa David
Thorne al liceo Visconti, a Roma: «Voi giovani siete il futuro
dell’Italia. Voi potete prendere in mano il vostro Paese e agire, come
il Movimento 5 Stelle, per le riforme e il cambiamento». Grillo esultò.
Vergò sul blog un post trionfale: «L’ambasciatore Usa e il M5S». Poi
però le cose sono drasticamente cambiate. Negli ultimi due anni ha
cominciato a farsi strada, nel M5S, un mantra totalmente opposto, «la
Russia non è un nemico». La chiave della loro geopolitica è diventata
via via la richiesta di abolire le sanzioni contro Mosca. Gli incontri,
parallelamente, si sono spostati dal livello teatrale di Grillo alle
ambasciate a un livello più prosaico ma confidenziale: quello degli
imprenditori, o dei colonnelli Alessandro Di Battista e Manlio Di
Stefano. Due a Mosca, e poi a Roma, con personaggi chiave del partito di
Putin, uno dei quali assai discusso. È in questa fase che diventa di
riferimento, nel divulgare la linea, un sito, L’Antidiplomatico.
Nonostante
neghi un’inclinazione filo-Putin, L’Antidiplomatico descrive bene il
legame culturale sempre più stretto tra cinque stelle e propaganda di
Mosca. Basta leggere gli ultimi dieci articoli in cui, direttamente o
indirettamente, si parla del leader russo. «Oliver Stone: Trump è
pericoloso, ma cosa vi fa pensare che Hillary non lo sia?». «Come mai i
giornalisti diffamano Putin e non indagano sull’immenso patrimonio
accumulato da Bill e Hillary Clinton?». «La Russia annuncia una tregua
umanitaria ad Aleppo» (parentesi: Aleppo viene paragonata storicamente
alla battaglia di Stalingrado, un grande classico della propaganda russa
attuale). «Il ministro della Difesa russo: “È tempo che l’Occidente
definisca se lottare contro i terroristi o contro la Russia”». «Putin:
“Mi piacerebbe avere in Russia la macchina di propaganda in mano agli
Usa». E via così. La Clinton non riscuote certo, eufemismo, la loro
simpatia.
Lantidiplomatico.it è registrato a nome di Alessandro
Bianchi, un giovane pescato nelle reti della sinistra radicale romana,
poi diventato il più stretto collaboratore di Alessandro Di Battista, e
utilizzato dal M5S anche per la commissione esteri della Camera.
Bianchi, la settimana scorsa, non ha risposto quando La Stampa l’ha
contattato. Con lui c’è una redazione agile di collaboratori; il
principale dei quali, Fabrizio Verde, ha le stesse origini politiche,
più altre due persone.
Le firme fisse non colpiranno i lettori
giovani; ma i meno giovani sì: nel colophon della rivista online tra i
soli quattro «collaboratori assidui» compare Achille Lollo, alla cui
biografia L’Antidiplomatico scrive, assai stringato: «Corrispondente di
Brasil de Fato in Italia, curatore del programma TV “Quadrante
Informativo” e colonnista del “Correio da Cidadania”». Altrove sul sito
Bianchi aggiunge: «È stato direttore delle riviste Naçao Brasil e
Conjuntura Internacional». L’ex militante di Potere Operaio - per
diciott’anni latitante in Brasile, e prima dieci anni in Angola,
condannato per il rogo di Primavalle appiccato alla casa dei Mattei in
cui morirono un bambino di 10 e un ragazzo di 22, figli del segretario
della sezione missina di quel quartiere romano - è oggi libero
cittadino, dopo la prescrizione della pena.
In questo milieu
matura il sito che in questi mesi sta vedendo lievitare i suoi accessi, e
l’influenza tra i parlamentari cinque stelle che si occupano di
geopolitica.