lunedì 7 novembre 2016

La Stampa 7.11.16
“Caro Renzi, basta scappare, sfidami in un dibattito tv”
Di Maio: l’Italicum si può cambiare con il governo dimissionario
intervista di Ilario Lombardo

Onorevole Luigi Di Maio, Matteo Renzi dice che lei vota No perché non capisce la riforma.
«Allora confrontiamoci, io e lui, per vedere se l’ho capita. Mi pare che sia Renzi a scappare...».
Ha detto che accetta di confrontarsi solo con Grillo e Casaleggio, considerandoli i vertici del M5S.
«Non può scegliere lui le persone con cui confrontarsi. Se davvero vuole fare un confronto accetti l’invito dei parlamentari che hanno lavorato sul testo. Ma evidentemente ha paura. Leggo di decaloghi per evitare faccia a faccia con i 5 Stelle e farli con la vecchia politica. Questi non sono confronti sinceri, ma strategia comunicativa, come nel dibattito con De Mita, un vecchio arnese da Prima Repubblica».
Però è lei stesso a ripetere che non è il leader del M5S. Perché Renzi deve confrontarsi proprio con Di Maio?
«Se vuole farlo con altri parlamentari, faccia pure. Perché Renzi non fa le stesse richieste agli altri partiti e vuole il confronto con Grillo che è il garante delle regole del M5S?».
Ma anche capo politico.
«Quella è una dicitura tecnica delle vecchie leggi elettorali».
Allora cosa rappresenta nel M5S Di Maio, percepito come leader?
«Sono il vicepresidente della Camera, ricopro un incarico istituzionale e semplicemente in questi anni sono stato uno di quelli più visibili mediaticamente. Non significa che sono più importante degli altri».
C’è una fronda all’interno del M5S che l’accusa di protagonismo e di lavorare solo per la sua leadership?
«No, non vedo tutto questo astio di cui leggo. Penso che nel M5S ci siano differenti vedute, ma mai niente di personale».
Fico è stato duro.
«Sono d’accordo con Roberto quando dice di non abusare dei media e dei personalismi, perché altrimenti diventiamo una forza politica di plastica. Infatti siamo più nelle piazze...»
Evitate la presenza di massa in tv perché la vittoria del Sì potrebbe farvi comodo, magari con l’Italicum ancora in piedi?
«Questa volta i complottisti non siamo noi, allora. Andiamo di più nelle piazze perché il mainstream tv è occupato da Renzi con i suoi slogan».
Di Maio si candiderà per il M5S a presidente del Consiglio?
«Ancora non sappiamo neanche quale sarà il metodo di scelta e non c’è questo dibattito. Quando vincerà il no e chiederemo le elezioni...»
Con quale legge elettorale?
«Vedremo cosa deciderà il presidente della Repubblica. Noi gli diremo che non parteciperemo ad alcun governo di scopo».
Neanche per evitare un altro governo tecnico e andare al voto?
«La legge elettorale si fa anche con un governo dimissionario».
E vi siedereste al tavolo?
«Se vogliono discutere c’è la nostra proposta, il Democratellum. Ma le leggi si fanno in Parlamento e, per quanto riguarda la nostra, senza margini di cambiamento».
Il caso firme false a Palermo rischia di far saltare la candidatura del M5S per il Comune?
«A Palermo hanno aperto un fascicolo per i fatti del 2012. La magistratura farà luce ma questo non deve condizionare lo svolgimento elettorale».
Cosa succede a Roma? Marra alFattoha detto che ha cercato la raccomandazione di Alemanno per entrare nei servizi. Non è molto 5 Stelle, no?
«Non commento interviste di dipendenti comunali. La linea su Raggi è: oneri e onori».
Quali sono i vostri rapporti con Putin? Di Battista e Di Stefano hanno incontrato Zeleznyev, membro del partito del presidente finito in una blacklist Usa.
«Se con Putin e la Russia abbiamo scambi commerciali è giusto proteggere gli interessi delle imprese italiane. Allo stesso modo facciamo con gli Usa, chiunque è e sarà il presidente. Relazioni buone con tutti senza essere servi di nessuno».