domenica 6 novembre 2016

La Stampa 6.11.16
Pd, accordo con riserva sull’Italicum
Cuperlo firma il documento per cambiare le legge elettorale: via il ballottaggio
Ma la sinistra non si fida e insiste per il No. Speranza: è una paginetta fumosa
di Amedeo La Mattina

Gianni Cuperlo firma il documento di compromesso sulla legge elettorale e la sinistra Pd si spacca a meno di un mese dal voto sul referendum. Il documento è considerato il tentativo per superare l’Italicum e portare tutti i Democratici nel fronte del Sì. Via il ballottaggio, premio di maggioranza contenuto (senza specificare se va alla lista o alla coalizione), preferenze e collegi (anche su questo punto non viene chiarito che tipo di collegi). Ma i bersaniani prendono le distanze e lasciano Cuperlo da solo. Per Roberto Speranza si tratta di «una paginetta fumosa che non guarisce la ferita aperta». Più morbido nella forma Miguel Gotor («un documento utile sia in caso di vittoria del Sì che del No»), ma tranchant nella sostanza: «Sarà cosa buona e giusta adoperarsi per il successo del No».
L’ala che fa capo all’ex segretario Bersani rompe con Renzi e si ricongiunge con Massimo D’Alema, andando a ingrossare l’esercito che vuole affossare non solo la riforma costituzionale ma lo stesso Renzi. È il sospetto, anzi la certezza dei renziani che fanno finta che il partito sia unito. «Anche se poi - dice il capogruppo Rosato, uno dei protagonisti della stesura del documento - c’è qualcuno che continua a cercare divisioni strumentali. E’ evidente che il tema non sono più le riforme, ma è altro». Il solco si è allargato, anche se Grillo ci crede poco. Dice che quella di Bersani e della minoranza dem è «un mal di pancia farsa». Invece la divisione è profonda e non solo politica. La sinistra Pd non si fida di Renzi. Avrebbe voluto che le modifiche all’Italicum venissero scritte nero su bianco in una proposta di legge firmata dal ministro per le Riforme Boschi e depositata in commissione. Non si fidano perchè, dicono, che già altre volte il premier aveva fatto delle promesse mai mantenute. Si fida invece Cuperlo, pur affermando che «d’ora in avanti la prova di coerenza e lealtà spetta a tutti, a partire da chi è alla guida del governo». È il muro contro muro che Cuperlo ha cercato di superare per guardare al giorno dopo il voto. «So per primo che l’intesa raggiunta non ricompone la frattura consumata nella sinistra, dentro e fuori il Pd». Bisogna tuttavia guardare avanti, tenere aperto il dialogo, ascoltare le ragioni degli altri. «Per quanto mi riguarda - aggiunge Cuperlo - quel “giorno dopo” lo immagino come un impegno nella ricostruzione di un nuovo centrosinistra competitivo alle elezioni. Mi assumo una responsabilità attraversato da dubbi e dalle domande».
Lo scalpo di Cuperlo galvanizza la Leopolda e le divisioni del Pd fanno felice le opposizioni che vedono più vicina la vittoria del No. Ora anche Berlusconi ha cominciato a fare la sua parte per questa vittoria nella speranza di tornare al centro del gioco politico. «Una pura illusione perchè a vincere saranno i populisti», avverte l’ex presidente del Senato Marcello Pera. Ma il Cavaliere attacca. «Renzi deve stare attento con le regole che ha studiato per se stesso perché con queste regole vince chiunque, anche Grillo che si trova il Paese in mano senza limiti allo strapotere. Dobbiamo votare No e convincere gli incerti dicendo che stando a casa si fa un regalo a Renzi e al Pd. È un regalo che non merita per come sta governando». Berlusconi ha mandato un video messaggio al convegno organizzato a Roma dal centrodestra che prova a presentarsi unito il 4 dicembre.