La Stampa 30.11.16
La prefazione del Papa a un libro di carcerati
Le foto dei tatuaggi che raffigurano temi cristiani
di Paola Pastorelli
Pronto,
sono Francesco. Ho pensato che possiamo fare più in fretta se la mia
prefazione ve la detto al telefono... Ha carta e penna per scrivere?».
Usando un termine abusato dalla politica, si potrebbe dire che Dio è
anche Signore della semplificazione. Non hanno dubbi, infatti, gli
autori che dietro al loro libro ci sia il Suo zampino e non tanto per
ragioni evidenti, essendo un testo che, a modo suo, tratta di Lui ma
proprio per le modalità con cui l’opera è nata. Gli indizi sono
disseminati lungo il percorso che ha portato a Cristo dentro (Itaca
editore), libro firmato da Francesca Sadowski (medico chiavarese,
direttore di Fisiosport a Villa Ravenna, presidente di Cdo), Pino
Rampolla (fotografo) e don Eugenio Nembrini e che a torto si definirebbe
solo fotografico, anche se racconta per immagini il rapporto di alcuni
detenuti con la fede, attraverso i loro tatuaggi.
«Un giorno
Massimiliano - racconta Francesca Sadowski - un detenuto con il quale
avevo avuto alcuni incontri, mi fece vedere che aveva corretto il
proprio tatuaggio: da “Meglio schiavi all’inferno che padroni in
Paradiso” aveva cambiato la scritta in “Meglio schiavi in Paradiso che
padroni all’inferno”. Mi disse che la prima frase non lo rappresentava
più e che nel suo percorso di ricerca di sé, desiderava capovolgere quel
messaggio che portava scritto sull’avambraccio».
Fu un episodio
molto significativo - racconta Francesca - anche tenuto conto della
difficoltà in un ambiente come il carcere di «correggere» un tatuaggio,
nato da una volontà profonda di invertire il senso della propria vita.
Dopo quell’episodio e dopo aver letto tante lettere di Massimiliano e di
altri detenuti, Francesca e don Eugenio si sono resi conto che noi
stavamo guardando Dio all’opera e che sarebbe stato bello farlo vedere
anche agli amici. E così una sera a Roma abbiamo proposto all’amico Pino
Rampolla di fotografare i tatuaggi a tema religioso e di aiutarci a
raccogliere, dove possibile, le testimonianze di chi aveva impresso
sulla pelle e nel cuore la domanda di Dio».
E qui arriva la
telefonata del Papa a cui era stata chiesta un’introduzione buttando un
po’ il cuore oltre l’ostacolo. E così quel progetto nato come esperienza
personale sul campo, ha preso invece le fattezze di un libro, che
pagina dopo pagina racconta, con il linguaggio delle immagini, la
faticosa ricerca di redenzione di uomini e donne che hanno commesso
errori e che hanno visto nella fede l’ancora a cui aggrapparsi.
Crocifissi, volti di Cristo, effigi di Maria, è ricco il campionario di
preghiere incise sulla pelle, indelebili richieste di aiuto, che narrano
in un intensissimo racconto comune la difficoltà di essere uomini e
quindi fragili.