La Stampa 30.11.16
L’Eurogruppo frena “Niente flessibilità”
di Ma.Bre.
L’Eurogruppo
mantiene la linea del rigore e boccia le aperture della Commissione
sulle politiche di bilancio «espansive» per favorire la crescita. Il
presidente dell’organo che riunisce i ministri economici della zona
Euro, Jeroen Dijsselbloem, ha infatti bocciato la «fiscal stance»
positiva proposta meno di tre settimane fa dalla Commissione. Che in
sostanza sprona gli Stati con spazio fiscale a spendere di più. «Non
siamo ancora abbastanza stabili per lasciarci andare a questo tipo di
traiettoria fiscale» ha detto l’olandese, ripetendo di fatto il concesso
già espresso dal collega tedesco Wolfgang Schaeuble. Essendo che uno è
il presidente dell’Eurogruppo e l’altro uno dei ministri più influenti, è
facile immaginare che lunedì la proposta della Commissione non troverà
un terreno fertile.
Del resto i loro Paesi, Olanda e Germania,
sono quelli più chiamati in causa in questo nuovo orientamento di
bilancio (ed entrambi andranno al voto nel 2017). E infatti Dijsselbloem
ieri ha sottolineato che le raccomandazioni della Commissione «non sono
legalmente vincolanti», ipotizzando un contrasto tra i vincoli del
Patto di Stabilità e la proposta di far lievitare dello 0,5% il Pil
dell’eurozona.
Si prevede dunque un Eurogruppo teso. Con l’Italia
che sostiene la svolta della Commissione. Ieri il ministro dello
Sviluppo Economico, Carlo Calenda, ha definito «una cantonata» l’uscita
di Dijsselbloem, che è stata criticata anche da Matteo Renzi («non ha
consapevolezza di cosa accade in Italia»).