mercoledì 30 novembre 2016

La Stampa 30.11.16
“Manovra a rischio anche se vince il Sì”
Dombrovskis: “La bozza della legge di bilancio non è conforme al patto di stabilità”
di Marco Bresolin

Comunque vada, Bruxelles aspetta al varco l’Italia. Per il governo, il risveglio del 5 dicembre potrebbe essere poco felice anche in caso di una vittoria del Sì al referendum, visto che quella mattina il ministro Pier Carlo Padoan volerà a Bruxelles per la riunione dell’Eurogruppo. I ministri dell’Economia e delle Finanze della zona Euro inizieranno la discussione sulle leggi di bilancio dei singoli Stati, dopo che la Commissione ha espresso i suoi giudizi il 16 novembre scorso. Valdis Dombrovskis, vice-presidente della Commissione con delega all’Euro e ai servizi finanziari, in un’intervista con La Stampa e altri quattro grandi giornali europei lascia intendere che «indipendentemente dall’esito del referendum» Roma ha ancora un conto aperto con l’Ue. La manovra è a rischio di non conformità con il Patto di Stabilità (lo «sforamento» è di circa 5 miliardi) e lo spettro di una procedura per il debito eccessivo è concreto. A questo si aggiunge la partita sulle banche. Chiunque avrà in mano il Paese dal 5 dicembre dovrà fare i conti con Bruxelles, senza più alibi elettorali.
Da settimane in Italia si discute degli scenari politici che potrebbero verificarsi all’indomani del referendum, in particolare in caso di vittoria del No. La Commissione teme un cambio di governo?
«Non posso permettermi di commentare le questioni di politica interna di uno Stato membro dell’Ue, è una decisione sull’assetto istituzionale che spetta agli elettori italiani. Non è qualcosa su cui la Commissione può intervenire».
Ma vi state preparando a scenari diversi da quello attuale?
«Siamo in stretto contatto con le autorità italiane su molti aspetti. Indipendentemente dal referendum. Perché, in ogni caso, la bozza di bilancio è a rischio di non conformità con il Patto di Stabilità. E poi perché dobbiamo fare a breve una valutazione per vedere se l’Italia rispetta la regola del debito. Inoltre ci sono le questioni che riguardano le banche”.
Quali?
«Ci sono una serie di elementi, dalla questione dei crediti inesigibili ad altri aspetti del settore bancario. Si tratta di argomenti che dovremo affrontare in ogni caso, a prescindere dal referendum».
Lunedì, al tavolo dell’Eurogruppo, discuterete anche della proposta avanzata dalla Commissione per una politica di bilancio espansiva nella zona euro. Che già ha sollevato molte critiche.
«C’è chi ha posto questioni legate alla cornice legale di questo nuovo orientamento, ma come già avevamo spiegato nella comunicazione, tutto si inserisce nel quadro del Patto di Stabilità. La nostra azione dovrà anche tenere conto delle preoccupazioni relative alla sostenibilità fiscale. È una questione di bilanciamento, anche perché non tutti gli Stati sono nella stessa situazione».
E infatti Olanda e Germania criticano l’obiettivo di crescita dello 0,5% per la zona euro, pari a 50 miliardi di euro, perché la spinta dovrà arrivare principalmente da loro. Le sembra un obiettivo realistico?
«Gli Stati che hanno uno spazio fiscale lo devono usare, specialmente per gli investimenti. Se guardate la comunicazione vedrete che ci sono altri Paesi che hanno spazio fiscale, anche se principalmente riguarda Olanda e Germania. L’Eurogruppo di lunedì sarà un’occasione di confronto con i ministri della zona Euro».
Lunedì discuterete anche di Grecia: entro quando si potrà chiudere la seconda revisione del programma di assistenza?
«Credo in tempi brevi perché sono stati fatti progressi significativi nel rispetto delle condizioni del memorandum d’intesa, ma non posso fissare una data. Credo che il prossimo Eurogruppo sarà una buona occasione anche per avere maggiore chiarezza sui tempi».