La Stampa 29.11.16
Drammatizzare non porta molta fortuna
di Marcello Sorgi
Si
apre con una tempesta finanziaria la settimana del conto alla rovescia
per il referendum. Dopo un articolo del Financial Times che paventava il
fallimento di otto banche italiane in caso di vittoria del “No”, la
Borsa di Milano è stata la peggiore, lo spread sui titoli tedeschi ha
superato i 190 punti, assestandosi poi a 186, e l’allarme s’è diffuso
anche oltre i confini nazionali, spingendo il presidente della Bce
Draghi a un intervento rassicurante sul debito italiano.
Quanto a
Renzi e Padoan, hanno evitato accuratamente di approfittare della
gravità della situazione, negando che esistano rischi reali e
confermando che il percorso delle banche in difficoltà sarà accompagnato
da provvedimenti che il governo ha già preso, e non sarà influenzato
dal risultato del referendum, quale che sarà.
Ma al di là delle
previsioni dell’autorevole quotidiano finanziario inglese, che anche
alla vigilia della Brexit aveva reso noti i propri timori per un
eventuale successo del “leave”, poi verificatosi senza le conseguenze
disastrose annunciate, è evidente che l’approssimarsi della data del
voto stia creando una notevole tensione sui mercati. Se Renzi e Padoan
hanno preferito prendere le distanze dalla versione catastrofista del
“FT” è perchè questo genere di annunci hanno già dimostrato di
influenzare poco e niente l’elettorato e perché un aggravamento della
situazione del settore bancario non potrebbe che ripercuotersi sul
governo, com’è già stato per il caso Etruria. Invece un moderato
allarme, unito alla minaccia, che Renzi fa quotidianamente filtrare, di
un nuovo governo tecnico come quello di Monti, potrebbero effettivamente
condizionare le scelte dell’ultima ora degli elettori indecisi. Ma un
effettivo aggravamento della situazione in questi giorni di vigilia non è
detto che sia di aiuto alla campagna del “Sì”.
Che l’incubo di un
nuovo governo tecnico possa influire sull’esito del voto di domenica,
del resto, lo dimostra la mobilitazione della minoranza Pd per cercare
di tranquillizzare l’elettorato Democrat. Con una lunga dichiarazione
ieri l’ex-capogruppo dei deputati Speranza ha ricordato che il fronte
del “No” non ha mai ipotizzato, in caso di vittoria, le dimissioni di
Renzi.