La Stampa 29.11.16
Brexit, battaglia legale sul mercato unico europeo
di Alessandra Rizzo
La
Brexit fa già passare notti insonni a Theresa May, e adesso la premier
britannica ha un altro grattacapo: un ulteriore possibile ricorso in
tribunale che potrebbe rallentare il divorzio da Bruxelles. Questa volta
al centro della disputa c’è la permanenza del Paese all’interno dello
spazio economico europeo: secondo il governo l’uscita dall’Unione
Europea comporta automaticamente anche l’abbandono dello spazio
economico; ma un gruppo di studiosi ritiene che sia necessario un
procedimento formale e separato, e che la decisione spetti a
Westminster. «Lasciamo l’Ue, d’accordo, ma non siamo costretti a
lasciare il mercato unico» ha spiegato Jonathan Lis, vice direttore del
think tank filo-europeo British Influence. «Il governo dovrebbe sposare
la nostra iniziativa, non osteggiarla».
Lo spazio comune europeo
consente il libero movimento di merci, capitali, servizi e lavoro; ne
fanno parte gli Stati membri dell’Ue, ma anche a Paesi fuori dal blocco
come la Norvegia. Il think tank ritiene che l’esecutivo debba rispettare
il meccanismo di uscita previsto dall’accordo sullo spazio comune, e
sta preparando un documento da inviare al ministro per la Brexit, David
Davis, in cui annuncia di volere un parere legale circa la posizione del
governo. Il ricorso potrebbe allungare pericolosamente i tempi e
complicare la vita alla May, che ha rivelato in un’intervista al «Sunday
Times» che la Brexit «non mi fa dormire la notte». La premier vuole
attivare l’articolo 50 del Trattato di Lisbona entro marzo e dare così
il via a due anni di negoziati.
Il governo è già alle prese con il
caso, delicatissimo, relativo proprio all’articolo 50, che Downing
Street ritiene di poter attivare senza interpellare il Parlamento. La
Corte Suprema ne discuterà la settimana prossima, ma il giudizio è
atteso ai primi dell’anno. Intanto Ukip, il partito populista ed
euroscettico vincitore del referendum del 23 giugno, ha eletto un nuovo
segretario, l’eurodeputato Paul Nuttall, già vice del leader uscente
Nigel Farage. Promette di essere il segretario dell’unità, alla ricerca
di una nuova identità, ne ha bisogno se vuole sopravvivere.