La Stampa 28.11.16
Le palafitte di Viverone, un tesoro preistorico
L’ultima conferma dall’Università di Cambridge
di Valentina Roberto
Le
palafitte di Viverone, sommerse nelle acque del lago che bagna le
provincie di Biella, Vercelli e Torino, si confermano uno dei siti
archeologici più importanti a livello internazionale. L’ultima conferma
arriva dall’Università di Cambridge: una ricerca conclusa pochi giorni
fa da alcuni studiosi che si sono immersi nella acque del lago, ha
riportato alla luce nuovi, preziosi, reperti custoditi dal sito,
patrimonio Unesco dal 2011. Il materiale, a oggi non ancora fotografato e
pertanto «segreto», risale a un periodo compreso tra l’Età del Bronzo
media (vale a dire tra 1700-1350 a.C.) e finale (1200-700 a.C.) ed è
composto principalmente da cocci, oggetti da cucina, pezzi di selci a
punta e pietre lavorate. Oggetti analizzati con l’utilizzo del Carbonio
14 prima di essere sigillati e lasciati in custodia al Museo del
Territorio di Biella che li dovrà catalogare ed esporre.
«L’esito
di questa ricerca è qualcosa di sensazionale - commenta il primo
cittadino di Viverone Renzo Carisio -. In base alle stime effettuate dai
ricercatori, sulle palafitte del lago avrebbe vissuto una comunità di
un migliaio di persone che faceva uso di attrezzature evolute, segno di
una civiltà molto sviluppata». Scoperte che potrebbero avere anche una
rilevanza turistica, se debitamente valorizzate. Il trasferimento degli
oggetti dal lago al principale museo della città di Biella infatti ha
sollevato non poche polemiche. «Probabilmente a Biella avranno gli spazi
idonei e per questioni di sicurezza i reperti del lago verranno
sistemati lì - precisa l’operatore turistico di Viverone, Roberto
Caserio -, ma in questo modo si priva Viverone e l’intera area di
un’attrazione di tutto rispetto. Non basta dire che sotto l’acqua del
lago vi sono le palafitte, ma bisogna renderle visibili agli occhi dei
turisti, perché possano vedere con i loro occhi quali sono le ricchezze
preistoriche che lo specchio d’acqua biellese nasconde. E quale modo
migliore se non esporre i reperti ritrovati sotto metri cubi di acqua?
Dopo la piroga (ora custodita a Torino, ndr), Viverone viene privata
anche di questi oggetti preziosi. Se non una mostra permanente, perché
non una kermesse temporanea, magari in estate, di questi reperti sul
lago? Potrebbe essere un modo per attrarre visitatori e per mostrare
loro le bellezze celate dalle acque del lago».
Un appello
sottoscritto da molti. «Siamo certi - conclude Caserio - che una mostra
dei reperti sul lago porterebbe più movimento, pertanto l’appello è
includere quest’area in un discorso espositivo diffuso e di non privarla
di ogni sua particolarità preistorica».